Sabato 23 novembre 2024, ore 3:27

Fase 2

Italia, cantiere (ri) aperto

Con la riapertura delle attività manifatturiere, delle costruzioni, del commercio all’ingrosso, lunedì è scattata dunque la fase 2 per 4 milioni 400 mila lavoratori. Bar e ristoranti riprendono solo con la consegna a domicilio o con l’asporto. Riaprono anche le prime spiagge, quantomeno per consentire agli stabilimenti di avviare i lavori in vista dell’estate. Restano invece sospese le attività commerciali al dettaglio diverse da quelle che erano già state autorizzate. Inoltre già dal 27 aprile avevano cominciato a svolgere le attività propedeutiche alla riapertura le imprese che avrebbero ripreso le attività oggi. E poi ci sono coloro che hanno sempre lavorato in smart working e continueranno a farlo totalmente o parzialmente.

Molti i punti critici della ripartenza, a partire dai mezzi pubblici. Le regioni hanno il compito di indicare norme per assicurare il loro funzionamento pur nel rispetto del distanziamento. Ci saranno parametri di riempimenti dei mezzi mentre per gli utenti ci sarà l'obbligo di mascherina e in alcune Regione di guanti monouso. .

Secondo uno studio Inps-Inapp la quota di occupati nei settori riaperti è maggiore nelle regioni e nelle province del nord, soprattutto nel nord ovest. L'incidenza dei settori essenziali è quindi più elevata proprio nelle regioni che hanno registrato una diffusione più elevata del Covid-19, circostanza che può destare preoccupazione. Nelle grandi città, "dove sono maggiori le preoccupazioni per gli spostamenti lavorativi attraverso i mezzi pubblici, si rileva una incidenza minore dei settori riattivati". Per quanto concerne gli indici di rischio collegati alle modalità di svolgimento del lavoro, i settori dispensati dal blocco delle attività, si legge nello studio, ”presentano un livello medio di prossimità fisica nello svolgimento delle mansioni minore rispetto a quello dei settori bloccati, mentre il livello della propensione a lavorare da casa, in smart working, risulta più elevato.

Intanto nel governo confronto serrato sulle misure per il lavoro da inserire nel decreto Maggio (ex decreto Aprile) da 55 miliardi atteso in settimana in Consiglio dei ministri. In particolare non appare chiaro se i 13 miliardi ipotizzati per la cassa integrazione bastino a coprire altre nove settimane o servano ulteriori fondi.

A far discutere e a dividere sono anche il reddito d'emergenza, i prestiti a fondo perduto per le pmi e l'ingresso dello Stato nelle grandi imprese. Un provvedimento definito "impegnativo" dallo stesso premier Conte, che spinge per meccanismi "ancora più accelerati" per ovviare ai ritardi registrati finora nei pagamenti. Uno snodo cruciale per il governo, per provare a tamponare il crollo del Pil. Il Pd, con Zingaretti, chiede di farne occasione per "avviare una nuova politica industriale". Il ministro della Salute Speranza, Leu, si batte per nuovi fondi per Covid Hospital e posti letto negli ospedali. Mentre Di Maio, M5S, chiede di abbassare le tasse.

Nonostante le buone le intenzioni ”restano ancora troppe lacune sulle misure a sostegno del lavoro”. Lo sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra che chiede al Governo di ”convocare al più presto il sindacato per discutere i contenuti del nuovo provvedimento ed anche gli interventi necessari a favore della crescita e del rilancio degli investimenti”. Aggiunge Sbarra: ”Occorre semplificare e accelerare le procedure di liquidazione delle prestazioni. Tuttavia le misure annunciate con il nuovo Decreto sono troppo brevi sia per la cig sia per le varie indennità rivolte a stagionali e autonomi. Vero è che la cig potrà essere utilizzata fino ad ottobre, ma le aziende che hanno dovuto richiedere la prestazione a fine febbraio avranno periodi molto brevi di copertura degli ammortizzatori sociali. Bisogna fare di più e dare certezza e sostegno al reddito a lavoratori e famiglie almeno sino a fine anno. Positivo avere incluso colf e badanti, ma anche per loro indennità e durate sono del tutto insufficienti. Ci sono poi alcune tipologie ancora non adeguatamente tutelate: alcune aree dei lavoratori stagionali, intermittenti, quelli con contratto per prestazioni occasionali, i somministrati, i frontalieri e i tirocinanti”.

( 4 maggio 2020 )

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