Nei primi sei mesi dell’anno si registra un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 90% nel periodo marzo-giugno (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 7,8% di quelli avvenuti in occasione di lavoro, calati del 9% nel primo trimestre di quest'anno e aumentati del 34% nel successivo trimestre aprile-giugno.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,7% nella gestione Industria e servizi, del 7,3% in Agricoltura e del 29,4% nel Conto Stato. Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della Sanità e assistenza sociale, che nei primi sei mesi di quest'anno presenta una diminuzione del 35,8%; e nel settore dell'alloggio e ristorazione (-10,9%).
A livello territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-5,5%), al contrario delle Isole (+19,0%), del Sud (+17,0%), del Centro (+17,0%) e del Nord-Est (+15,6%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d'Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.
L’aumento dal confronto dei primi semestri del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +17,6%, mentre quella femminile presenta un decremento del 3,1%. L'incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+8,3%) sia gli extracomunitari (+15,4%) e comunitari (+2,2%). L'analisi per classi di età mostra un calo solo tra i 15-19enni (-10,5%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+10,3%) e tra gli over 50 (+4,2%).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate entro giugno sono state 538, 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi sei mesi del 2020 (-5,6%). Il confronto tra il 2020 e il 2021, precisa l’Inail, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia: non conteggiato infatti un rilevante numero di tardive denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020.
Per il primo semestre si registra un aumento solo dei casi in itinere, passati da 85 a 94 (+10,6%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 41 in meno (da 485 a 444, - 8,5%). L'aumento ha riguardato solo le gestioni assicurative dell'Agricoltura e del Conto Stato; mentre l’Industria e servizi segna un -11,5%. Dall'analisi territoriale emerge un aumento nel Sud, nel Nord-Est e nel Centro Calo invece nel Nord-Ovest e nelle Isole.
Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 60 a 51 (-15,0%), sia a quella maschile, passata da 510 a 487 casi (-4,5%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani e comunitari, mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 53 a 57.
Giampiero Guadagni