A L'Aquila, a otto anni dal terremoto del 6 aprile 2009, stanotte hanno sfilato i 'terremoti' dell'Italia centrale. Per ricordare i tragici eventi di otto anni fa, le 309 vittime e i 1.600 feriti, alla fiaccolata di stanotte c’erano anche con i loro gonfaloni gli amministratori di Arquata del Tronto, Pizzoli, Rieti, Montorio al Vomano e tanti cittadini dei Comuni laziali e marchigiani. A rappresentare il Governo, il ministro per la Coesione territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, accompagnato dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e dal sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente.
Perché questo anniversario e il bilancio della ricostruzione e del rilancio del tessuto economico aquilano offre anche uno spaccato delle aspettative circa il futuro delle zone dell’Italia centrale colpite dai terremoti di agosto e di ottobre 2016. La ricostruzione privata, quella cioè degli appalti affidati direttamente dai cittadini, è a buon punto, segna il passo quella pubblica, mentre i segnali di ripresa economica e sociale sono ancora insufficienti. Il Consorzio Cineas del Politecnico di Milano ha verificato 19.716 pratiche presentate da cittadini danneggiati dal terremoto in Abruzzo nel 2009 per un contributo totale richiesto di 3,1 miliardi di euro, di cui 413 milioni giudicati come "non ammissibili". Lo studio evidenzia anche come per quanto riguarda il terremoto che ha colpito il Centro Italia, lo scorso 24 agosto sia "stata appena avviata la fase operativa per la presentazione delle richieste di risarcimento da parte dei cittadini danneggiati". Nello stesso periodo a L'Aquila - sottolineano al Cineas - "erano state già protocollate, valutate tecnicamente e controllate da Cineas 940 pratiche", che sono diventate 17.037 nel dicembre del 2010.
Le stime fatte dall'ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila (Usra) e dall'ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc), in funzione dal 2013, come alcuni numeri, fanno pensare positivo: il completamento nel comune dell'Aquila di centro storico e frazioni più importanti, è prevista per il 2020, quella dell'intero territorio comunale nel 2022, nei 56 comuni del cratere entro il 2025. All'Aquila, lo stato di avanzamento dei lavori rispetto al totale dell'importo richiesto, circa 10 miliardi di euro, è del 54% nel centro storico e dell'84% nella periferia. Nel cratere è di 1,7 miliardi di euro la somma impegnata e ammessa a contributo a fronte dei circa 4,2 che si stima serviranno complessivamente. Tra i casi che fanno discutere due "grandi incompiute" come palazzo Margherita, sede del comune dell'Aquila, che ha da anni il finanziamento con una gara espletata da tempo, ma con i lavori mai iniziati, e la frazione di Paganica, la più popolosa, dive sono partiti appena 16 cantieri con il centro storico nel quale le macerie la fanno ancora da padrone.
Nel frattempo, i nuovi terremoti che nei mesi scorsi hanno colpito l'Italia centrale, tra cui l'Abruzzo con le province di Teramo e L'Aquila seriamente danneggiate, hanno rigettato la popolazione in una condizione di paura, oltre a causare nuovi danni e sovrapposizioni di norme con interventi a due velocità in riferimento a due sismi che si inseriscono in due diversi momenti storici del Paese.
Secondo Cineas, "per rispondere alla necessità di una governance unitaria che garantisca risarcimenti tempestivi e trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici, si potrebbero mutuare alcune efficaci procedure adottate in Abruzzo dopo il sisma del 2009".