E questo è anche il perimetro del confronto avviato dalla ministra delle Riforme Casellati, che dopo i primi giri di incontri con tutte le forze politiche pensa ad un ”premierato all'italiana”. Casellati si dice convinta dell’elezione diretta ”perché il coinvolgimento degli italiani nella scelta della forma di governo può portare a eliminare quella disaffezione della politica che hanno dimostrato anche nelle ultime tornate elettorali”.
In questo contesto importanti i faccia a faccia separati di venerdì mattina tra Casellati e i leader sindacali.
Landini ha ribadito che per la Cgil il ruolo del Parlamento e ruolo del presidente la Repubblica non possono essere messi in discussione. No all’elezione diretta del presidente della Repubblica e del premier. E no all’autonomia differenziata. Il tema principale, afferma il numero uno di Corso d’Italia, è tornare a una legge elettorale in cui sono i cittadini che eleggono i parlamentari e i parlamentari rispondono ai cittadini che li hanno eletti.
Anche Bombardieri ha detto che non vanno messe in discussione le prerogative e le funzioni del Capo dello Stato. La Uil è disponibile a discutere su come rendere i governi più stabili ”sapendo però che c’è un problema che riguarda i pesi e contrappesi di una Costituzione che è stata scritta in un sistema equilibrato dei vari poteri e delle varie funzioni”.
Da parte sua il leader della Cisl Sbarra ha sottolineato che ”il tema va ancorato a un forte confronto e a un forte dibattito parlamentare. Tutte le forze politiche si devono assumere la responsabilità di lavorare per condividere insieme una grande stagione di riforme”. La Cisl ”è pronta sa raccogliere la sfida del confronto sul tema delle riforme costituzionali da costruire assicurando partecipazione, stabilità, coesione e innovazione. L’aggiornamento del sistema istituzionale per assicurare governabilità al nostro Paese non può essere considerato un tabù. Se il Paese negli ultimi 30 anni non è riuscito a incrociare investimenti e grandi riforme è anche da collegare al fatto di aver vissuto esperienze di governi di durata brevissima. Ecco perché per noi il tema da mettere al centro di ogni possibile processo di riforma istituzionale e costituzionale riguarda la governabilità e la stabilità, da ancorare a principi di pluralismo nel rispetto della rappresentanza politica e sociale”. Sbarra ribadisce che ”le funzioni e il potere del presidente della Repubblica deve restare come elemento di garanzia e terzietà nel nostro Paese”. Il segretario generale della Cisl e il segretario confederale Ganga hanno consegnato alla ministra Casellati il testo della proposta di legge sulla partecipazione ”una vera riforma istituzionale”, perché ”se l’obiettivo delle riforme è quello di migliorare il funzionamento della democrazia, non si può non considerare la sfida di un nuovo rapporto partecipativo tra impresa e lavoro che concorra a realizzare e rafforzare l’eguaglianza sostanziale e la democrazia sociale ed economica del Paese”.
Intanto, in un intervento su ”Il Riformista”, Sbarra ha ricordato che ”in Italia è presente una bruciante questione salariale riconducibile a una serie di fattori sedimentati e convergenti. Un quadro del genere richiede un ventaglio di azioni che includono anche la definizione di un salario minimo, ma rigorosamente di natura contrattuale”.
Giampiero Guadagni