Largo ai giovani ma non in Italia. Sembrerebbe questa l’affermazione che più aderisce alla realtà di questi ultimi anni. Una realtà fatta di giovani studenti brillanti che devono andare all’estero per avere quel riconoscimento del ruolo che poi fa sentire realizzati nella vita. Giusi Bollati, anni 22, studentessa all’Università La Sapienza di Roma ha le idee chiare.
“Qui in Italia non ci sono molte opportunità lavorative per noi ragazzi, sicuramente finito il ciclo di studi andrò all’estero a fare esperienze come hanno già fatto tanti, per non dire quasi tutti i miei amici e spero di rimanerci”.
E sono tanti i ragazzi che oggi rinuncerebbero volentieri alle classiche vacanze di sole e divertimento per dedicarsi ad esperienze formative in giro per il mondo. In una ricerca, condotta da espresso Communication per FourStars su 1.400 giovani tra i 18 e i 29 anni, emerge che ben il 72% dei ragazzi rinuncerebbe alle vacanze da “viveur” per coniugare, invece, formazione e crescita personale.
Se una volta erano considerati troppo edonisti, oggi molti giovani italiani sembrano aver capito l’importanza di mettersi in gioco nel mondo della formazione e del lavoro, addirittura anche durante i tanto agognati periodi di vacanza.
Andare a studiare all’estero piace agli studenti italiani. Cresce, infatti, il numero degli universitari che vanno all’estero per un’esperienza formativa in azienda.
Gli ultimi dati dell’Agenzia Erasmus+ Indire lo confermano. I tirocini Erasmus nel 2015-2016 sono aumentati del 20% rispetto all’anno precedente. Ben 7.666 studenti, che arrivano a 7.952 se si considerano le mobilità finanziate nell’intero periodo della Call 2015, si sono recati fuori dall’Italia per una esperienza lavorativa.
Un dato importante che porta l’Italia a posizionarsi al 3º posto in Europa dopo la Francia e la Germania.
Leggi l’approfondimento completo su Conquiste Tabloid del 9 agosto 2017