Aggiungono i leader sindacali: ”È necessario, e le morti di Lorenzo e Giuseppe a distanza di pochi giorni lo hanno drammaticamente confermato, potenziare e migliorare i controlli e garantire una formazione specifica, agli studenti, ai tutor e ai dipendenti già presenti in azienda con linee guida condivise su come operare in queste situazioni”. Inoltre, per Cgil, Cisl e Uil ”non è accettabile che la presenza di studenti venga considerata al pari di lavoro subordinato vero e proprio”. Ministeri competenti ed Enti locali ”si facciano immediatamente carico di questa situazione insostenibile. Imprese, organi di vigilanza e associazioni di categoria si assumano le proprie responsabilità”. Insomma, , concludono Landini, Sbarra e Bombardieri, ”è il momento di risposte certe sul tema degli infortuni sul luogo di lavoro e in itinere. Chiunque esca la mattina dalla propria casa per andare a lavorare o per un’esperienza formativa prevista dal proprio percorso di studi, deve avere la certezza di tornarvi la sera”.
Secondo gli ultimi dati Inail disponibili, aggiornati a dicembre 2021, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e novembre 2021 sono state 502.458 (+2,1% rispetto allo stesso periodo del 2020), 1.116 delle quali con esito mortale.
Commentando la tragica morte del giovanissimo Giuseppe Lenoci, allievo di un percorso di formazione, il segretario generale della Cisl Sbarra aveva affermato che ”la integrale applicazione di ogni norma e prescrizione sulla sicurezza e una serrata vigilanza su questi temi da parte delle istituzioni, devono caratterizzare in modo inderogabile anche tutte le esperienze di alternanza e del duale. Al contempo i percorsi di apprendimento basato sul lavoro, in particolare nella istruzione e formazione professionale, devono essere ulteriormente qualificati e valorizzati, dando ai ragazzi l'opportunità di adempiere al diritto-dovere di istruirsi e formarsi secondo le proprie capacità e i propri talenti”.
Giampiero Guadagni