Accordo raggiunto tra Fca e Psa sulla fusione. La nuova società diverrà il quarto costruttore automobilistico al mondo in termini di volumi e il terzo in base al fatturato, con vendite annuali di 8,7 milioni di veicoli e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro. Il processo di aggregazione sarà completato nell’arco di 12 - 15 mesi.
Le nozze tra Fca e Psa - sul nome ancora nessuno si sbilancia, sarà necessario attendere qualche mese - saranno alla pari: 50% Fca e 50% Psa (la holding Exor al 14,5%, mentre lo Stato francese, la famiglia Peugeot e il socio cinese Dongfeng Motor avranno il 5,9% ciascuno), avrà sede in Olanda e sarà quotata a Milano, Parigi e Wall Street. Le sedi operative saranno a Torino, Parigi e Auburn Hills
Non sono previste chiusure di stabilimenti, in linea con le rassicurazioni giù fornite a fine ottobre. John Elkann sarà presidente e Carlos Tavares ceo. Il cda sarà composto da undici membri, con una maggioranza di consiglieri indipendenti. Sarà consigliere anche Tavares con mandato iniziale di cinque anni. Ma la novità più rilevante, sul piano della governance, è al presenza di due rappresentanti dei lavoratori (uno per Fca e uno per Psa) nel board.
Una novità che strappa un sorriso dai sindacati, sempre guardinghi ma nel complesso soddisfatti per la conclusione dell’accordo, specie perché non sono previste sovrapposizioni produttive. ”Ci sono garanzie per tutti gli stabilimenti e la prosecuzione dei piani industriali già avviati - osserva il segretario generale della Fim Marco Bentivogli - È di grande interesse la svolta verso la partecipazione dei lavoratori per cui da tempo la Cisl premeva sul vertice Fca.
Articolo integrale di Carlo D’Onofrio domani su Conquiste tabloid