Draghi ha sottolineato l’unita della Ue ”nel rispondere all’appello del presidente ucraino Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari e militari”. Aggiunge von der Leyen: ”Dobbiamo fare in modo che non ci siano scappatoie e che l’effetto delle sanzioni sia massimizzato. Le sanzioni in atto stanno davvero mordendo, vediamo le turbolenze sull'economia russa. Ma considerata l'evoluzione della situazione, stiamo lavorando anche su ulteriori sanzioni”.
Nei giorni scorsi, ha ricordato Draghi, ”il Comitato per la sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia ha approvato importanti provvedimenti di congelamento di beni nei confronti di oligarchi russi, che sono stati prontamente eseguiti. Dobbiamo agire tutti con la massima rapidità”.
Draghi ha evidenziato il totale sostegno dell'Italia all’Ucraina anche per quanto riguarda la sua adesione all'Unione europea, ma ha chiarito che è un percorso lungo.
Sul tavolo del faccia a faccia, durato una quarantina di minuti, anche la dipendenza energetica da Mosca. L’Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi questa dipendenza. Sabato scorso Draghi ho sentito al telefono l'emiro del Qatar, Al Thani, con cui ha discusso in particolare di come rafforzare la cooperazione energetica tra i due Paesi.
In questa partita gli obiettivi del Governo di Roma sono tre: ”differenziare la fonti approvvigionamento energetico, rendere l'Italia sempre meno dipendente dalla Russia, perorare la causa di un tetto comune ai prezzi del gas.
Sullo sfondo resta ”il progetto energetico europeo”, un tema su cui il governo italiano insisterà nei prossimi vertici continentali.
Draghi ha parlato con von der Leyen anche dell’ondata di rifugiati in arrivo dall'Ucraina in guerra. L’alto rappresentante Ue per la politica estera Borrell ha avvertito che se proseguiranno i bombardamenti sulle città ucraine ”possiamo aspettarci 5 milioni di rifugiati”, rispetto agli 1,5 milioni che si stima siano già arrivati.
Sottolinea Draghi: “L'Italia sostiene pienamente l'Ue anche nella gestione della crisi migratoria” conseguente alla guerra in Ucraina. “Questo è il momento della solidarietà e dell'accoglienza: sono valori fondanti dell'Unione Europea, principi che l'Italia mette in pratica da anni”.
Reperire strutture, hotel e spazi dove ospitare i profughi provenienti dall'Ucraina. Oltre a garantire tamponi e vaccini anti-Covid ai rifugiati. Il Governo allerta prefetture e regioni per dare il via al Piano di accoglienza dei rifugiati, di cui i governatori sono i nuovi Commissari delegati: provvederanno a ”coordinare l’organizzazione del concorso dei rispettivi sistemi territoriali di protezione civile negli interventi e nelle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione” proveniente da quel territorio di guerra. L'ordinanza è della Protezione Civile, firmata dal Capo dipartimento Curcio, che spiega: ”Questa è una situazione completamente inedita e vede attivate tante strutture di un intero Paese”. Dallo scoppio del conflitto sono arrivati finora circa 15 mila ucraini (in gran parte donne e bambini), soprattutto attraversando in auto la frontiera terrestre italo-slovena. I presidenti di Regione, che lavoreranno a stretto contatto con le prefetture, si sono già attivati e anche sul fronte sanitario a breve potrebbero già arrivare nuovi provvedimenti. In campo c'è anche il Viminale, che ha disposto l’aumento nei Cas (Centri accoglienza straordinaria) di 5 mila posti e disposto anche un incremento nei Sai (Sistema accoglienza e integrazione). Potranno accedervi cittadini ucraini anche se non richiedenti asilo.
In Italia ci sono in tutto oltre 248 mila ucraini, di cui 190 mila sono donne. E le persone che arrivano si rivolgono ai loro parenti ma hanno comunque bisogno di assistenza. ”È necessario anche un raccordo con il mondo della scuola, bambini e ragazzi dovranno frequentare il mondo della scuola”, dice il capo Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, Francesca Ferrandino. Resta in standby per il momento, invece, l'eventuale utilizzo dei militari alle frontiere per l'esecuzione dei tamponi, così come è stato chiesto alle Regioni.
Giampiero Guadagni