Le aziende tessili scendono in campo contro l’emergenza mascherine. Lo stanno facendo in molte, se prima si produceva abbigliamento, in particolare tecnico sportivo ora si diversificano le produzioni verso i dispositivi di protezione individuale.
Primo tra tutti ad incominciare il Gruppo Miroglio, importante azienda italiana di abbigliamento e di tessuti di Alba, in provincia di Cuneo. Il Gruppo ha iniziano ad impiegare parte della sua produzione per realizzare mascherine tessili riutilizzabili fino a 10 volte. Le prime 600mila mascherine sono state regalate dal patron dell’azienda Giuseppe Miroglio. Per le altre è stato firmato un contratto con la Protezione Civile a prezzo di costo.
Anche e le aziende tessili di Bergamo si stanno attrezzando per riconvertire la produzione come la Tecnofilati di Medolago, che ha lanciato la produzione dei primi 10mila pezzi ed è in attesa dei risultati dei test effettuati dal Politecnico di Milano per la certificazione. Le prime forniture - assicura l’azienda - potrebbero essere disponibili già lunedì.
Le mascherine di Tecnofilati saranno 100% made in Italy, con un doppio strato, uno esterno in Resistex Carbon, che ha proprietà batteriostatiche, uno interno in poliammide, entrambi trattati con un finissaggio idrorepellente. La protezione offerta è di tipo Ffp1, quindi adatta all’ uso nelle aziende.
Anche a Prato il sindaco ha lanciato un appello alle aziende del territorio per produrre mascherine con tessuto filtrante di provata affidabilità.
All’azienda Dreoni di Vaiano, 30 addetti nella produzione di interni per auto, la diversificazione della produzione è avvenuta in una sola settimana grazie alla disponibilità e alla manualità dei lavoratori.
Ora le richieste delle aziende si stanno moltiplicando anche grazie al decreto del governo che rende possibile mettere sul mercato mascherine senza marchio Ce.
In provincia di Napoli la Alviero Rodriguez che opera nel settore moda, ha iniziato a produrre mascherine in Tnt da donare.
E mentre le piccole imprese si danno da fare ognuna a proprio modo e con le proprie forze, Confindustria Moda lancia anche via social, attraverso l’azienda Pwc, una campagna di raccolta delle candidature delle aziende del tessile-moda alla produzione di “tessuto non tessuto” (Tnt) idrorepellente e alla confezione di mascherine, camici, calzari. “Abbiamo ricevuto circa 100 candidature al giorno da tutta Italia. Ora attendiamo di capire di più sul fronte della normativa”, spiega Erika Andreetta, partner Pwc.
In tanti ci stanno provando, dalla Puglia alla Brianza, dal distretto di Prato a quello lombardo della calza.
Anche i laboratori delle carceri hanno iniziato a cucire mascherine e distribuirle. Il progetto del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, inviato alla Protezione Civile ha ricevuto il via libera.