Nella popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni risulta occupato solo il 31,3% di coloro che soffrono di gravi limitazioni (26,7% tra le donne, 36,3% tra gli uomini) contro il 57,8% delle persone del resto della popolazione. E' quanto emerge dal Rapporto Istat “Conoscere il mondo della disabilità”, presentato martedì in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Le persone con limitazioni gravi in cerca di occupazione sono il 18,1% (21,2% dei i maschi e 15,1% delle femmine), tra il resto
della popolazione senza limitazioni si attesta al 14,8% (15,2% uomini e 14,4% donne). Le persone con disabilità sono in prevalenza occupate nel settore della Pubblica amministrazione: il 49,7% rispetto al 41,3% di quella senza limitazioni. Considerando gli attivi, cioè gli occupati e le persone in cerca di occupazione, il gap tra la popolazione con limitazioni gravi e il resto della popolazione aumenta, infatti sono il 49,4% tra i primi e il 72,6% tra i secondi.
Le persone con disabilità raggiungono posizioni mediamente meno elevate nella carriera lavorativa, circa il 54% sono operai o
lavoratori in proprio (50,4% nel resto della popolazione), il 46% è un dirigente, libero professionista o quadro (49,6% nel resto della
popolazione). Una misura indiretta della qualità del lavoro è il grado di soddisfazione per le mansioni svolte: la quota dei soddisfatti tra gli occupati con limitazioni gravi è al 65,4%, tra le persone senza limitazioni sale al 75,9%.
Il tasso di occupazione al 31,3% si riferisce alla media 2016-2017, nettamente superiore al 19,7% relativo al 2013.
Commenta Cuccello, segretario confederale Cisl responsabile delle politiche sociali: “E' sicuramente un fatto incoraggiante che l'occupazione delle persone disabili, come rileva anche l'Istat, sia aumentata negli ultimi anni, ma tanto ancora va fatto per una piena inclusione sociale e lavorativa”.
Dunque dalla necessaria “manutenzione straordinaria” della legge n.68/99 avvenuta con il D.lgs. 151 del 2015, sostenuta anche dalla Cisl, l'occupazione delle persone disabili è certamente cresciuta. Purtroppo però quella riforma non è stata compiutamente portata
a termine e non è stata realizzata la banca dati del collocamento
mirato prevista che avrebbe consentito oggi di fare analisi più
puntuali e di dettaglio. Inoltre abbiamo pochissime informazioni
sulla situazione lavorativa delle persone disabili inserite”.
Per Cuccello “è evidente che ci siano ancora tante barriere da superare per una piena inclusione delle persone disabili”. Il
rapporto Istat “richiama opportunamente il ruolo del disability
management e della contrattazione collettiva. Sarà dunque importante che il Governo assuma responsabilmente l'impegno alla piena attuazione della Convenzione Onu in Italia,
ri-costituendo luoghi istituzionali di analisi, confronto e
proposta”.
E la leader Cisl Furlan osserva: “Sono 4,3 milioni le persone disabili in Italia. Uno su tre vive in solitudine ed avrebbe bisogno di assistenza e di aiuto. Il lavoro è il principale strumento di
inclusione e di promozione sociale. La Cisl si batte insieme ad
altre associazioni per rimuovere le barriere fisiche e
riconoscere i diritti e la dignità di ogni persona disabile”.