Dopo l’approvazione venerdì scorso in Commissione, è iniziato lunedì nell’Aula della Camera l’esame del Decreto dignità, con la relazione del relatore Tripiedi (M5s). Sono oltre 400 gli emendamenti presentati. Il voto finale è in programma giovedì 2 agosto.
Luci ed ombre nel decreto dignità: il giudizio dei sindacati sul provvedimento è positivo sul capitolo delle delocalizzazioni e dei giochi, scettico invece sul fronte lavoro. Pur condividendo i principi della lotta al precariato e la stretta sui contratti a termine, per i sindacati nel testo manca infatti una svolta vera per l’occupazione stabile. Ma le critiche più forti si appuntano sul capitolo voucher. Il compromesso trovato nella maggioranza prevede che imprese agricole, piccoli alberghi, strutture ricettive del turismo ed enti locali possano utilizzare i buoni lavoro non più per tre ma per 10 giorni. Per le aziende agricole rimane il limite dimensionale di 5 dipendenti, mentre per quelle turistiche viene fissato a 8. Il pagamento può essere effettuato non solo in banca ma anche negli uffici postali trascorsi 10 giorni dalla prestazione di lavoro. Come già previsto, a lavorare con i voucher potranno essere solo pensionati, studenti sotto i 25 anni, disoccupati e percettori di forme di sostegno al reddito. Per confermare l'appartenenza ad una di queste categorie basterà presentare telematicamente un'autocertificazione all'Inps.
L’estensione dei voucher i agricoltura e turismo viene bocciata all'unisono da Cgil, Cisl e Uil. Il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra parla di ”grave errore” ed auspica che ”la maggioranza ed il governo si spendano in un ravvedimento operoso e correggano subito una norma sbagliata che mortifica la contrattazione, sottrae tutele e diritti dei lavoratori, lede la qualità del lavoro in segmenti produttivi coperti già da contratti estremamente flessibili”.
E contro la reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo prosegue la mobilitazione indetta dai sindacati di categoria.
Martedì Fai, Flai e Uila o saranno di nuovo in Piazza a Roma, davanti a Montecitorio, ”per chiedere al Parlamento di respingere gli emendamenti alla normativa vigente che cancellerebbero i diritti contrattuali, assistenziali e previdenziali di decine di migliaia di lavoratori, mettendo anche a rischio la sicurezza sul lavoro nel comparto agricolo”.
Mercoledì il presidio davanti la sede del Parlamento è promosso da Filcams, Fisascat e Uiltucs secondo le quali ”il ricorso ai voucher nel turismo avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di irregolarità e di precarizzazione dei rapporti di lavoro in un mercato già fortemente condizionato dalla stagionalità”.
Nei giorni scorsi le tre sigle, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro Di Maio e ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, hanno evidenziato il ruolo della contrattazione nazionale di settore che ”da decenni si misura con le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”. La contrattazione nazionale del turismo ”ha individuato da anni strumenti di flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di 3 giorni, l'apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni, contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”. La flessibilità, spiegano ancora i sindacati di categoria, ”è contrattata anche sull’organizzazione del lavoro con la possibilità di ricorrere al part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche”, nonché al ”part time weekend della durata di otto ore settimanali”, oltre alla ”possibile gestione di orari multi periodali funzionali ai picchi di attività in tutti i periodi dell’anno”.