A preoccupare la premier è anche l'inflazione, con la politica di rialzo dei tassi portata avanti dalla presidente della Bce Lagarde. Per Meloni sicuramente la ”odiosa tassa occulta” dell’inflazione, che ”colpisce soprattutto i meno abbienti” deve essere combattuta con decisione. Ma la Bce ”sta portando avanti una semplicistica ricetta che non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire, considerato che nei nostri Paesi l'aumento generalizzato dei prezzi non è figlio di una economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo fra tutti la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina”. Il rischio è che ”l’aumento costante dei tassi finisca per colpire più le nostre economie che l'inflazione, e cioè che la cura si riveli più dannosa della malattia”. Dire questo, precisa nella replica, ”non è un attacco all’autonomia della Bce ma un dovere della politica”.
Un passaggio importante del suo intervento Meloni lo ha dedicato al Mes, questione che sta agitando Governo e maggioranza in questi ultimi giorni. Il testo del Pd sarà in Aula domani ma i tempi della decisione si preannunciano lunghi, almeno sei mesi. Afferma la premier: ”Non reputo utile all'Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari. L’interesse dell'Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del Patto di stabilità, il completamento dell'Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale”.
Per quanto riguarda l'Ucraina, Meloni ribadisce il convinto sostegno al popolo ucraino per difendersi dall’aggressione russa, mentre si lavora per ”giungere il prima possibile a una pace giusta e duratura, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell'integrità territoriale dell'Ucraina”. A questo proposito, l’Italia e il Governo ”hanno fatto tutto quello che era possibile per aiutare e sostenere la missione che il cardinale Zuppi ha portato avanti su indicazione di Papa Francesco”; al tempo stesso Meloni si dice convinta che ”il modo più serio per favorire la pace sia mantenere l’equilibrio tra le parti”. La premier si sofferma anche su quanto avvenuto in Russia nei giorni scorsi, con la rivolta poi rientrata, della Wagner. Un episodio, dice, che ha fatto ”emergere in maniera evidente le difficoltà che sta attraversando il sistema di potere di Putin”.
All’ordine del giorno del Consiglio Ue anche il rapporto con la Cina. Roma vuole avere con Pechino ”un rapporto che - lungi dall'essere ostile - sia però maggiormente equilibrato”, con l’intento di evitare di ”cadere in nuovi, deleteri, legami di dipendenza”. Parole, quelle della premier, che sembrano lasciar intendere la volontà di non rinnovare l'accordo sulla Via della Seta.
Giampiero Guadagni