Il decreto ”Cura Italia”mette in campo ammortizzatori sociali che tentano di dare una risposta ai lavoratori che hanno dovuto sospendere o sospenderanno l'attività lavorativa a causa del coronavirus. Apprezziamo il lavoro fatto, pur se in alcuni punti servirebbe maggiore chiarezza delle norme, fermo restando che è stato preannunciato un altro provvedimento che dovrà stanziare altre risorse e potenziare e prorogare gli interventi". Lo dichiara in una nota il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra. “Ora ci attendiamo con immediatezza una circolare interpretativa e attuativa da parte dell'Inps - sottolinea Sbarra - nonché il decreto del ministero del Lavoro e del Mef per il riparto tra le Regioni delle risorse da destinare alla cassa integrazione in deroga, provvedimenti senza i quali le misure previste nel decreto non sono in grado di partire”.
Anche per Confcommercio il decreto ”è il punto di partenza per il molto di più che è necessario fare per la risposta a un'emergenza sanitaria ormai anche economica e sociale”. Confcommercio ribadisce ”l'esigenza di una più ampia e inclusiva moratoria fiscale. Ciò significa, tra l'altro che va decisamente rivista al rialzo la soglia massima dei 2 milioni di euro di ricavi fissata per l'accesso al regime di sospensione delle scadenze fiscali per il mese di marzo”.
Da parte sua Confesercenti chiede all’Inps di rivedere le modalità per consentire ai lavoratori autonomi e ai professionisti di richiedere l’indennità di 600 euro prevista dal ”Cura Italia”. Utilizzare la procedura del click day, in questa fase emergenziale, ”è assolutamente impensabile”.
Per Confindustria il decreto ”è un provvedimento necessario e importante, anche da un punto di vista quantitativo, in quanto interviene su tutti i capitoli più rilevanti - sanità, lavoro, liquidità, fisco - e sulle maggiori criticità emerse con l'emergenza epidemiologica. Non mancano aspetti da rafforzare e da perfezionare, ma è da apprezzare la capacità di reazione messa in campo dal Governo rispetto alle conseguenze economiche della crisi”. Secondo l’associazione degli industriali ”serve un piano shock che impegni risorse quantitativamente rilevanti, che sostenga la liquidità delle imprese, a partire da rateizzazioni fiscali e meccanismi di compensazione, e faccia leva su tutte quelle misure necessarie per far fronte ai rilevanti cali della domanda privata e, quindi, di fatturato delle imprese”. Gli industriali suggerisco di creare un un comitato nazionale per l'emergenza economica.