Segretario, l’Italia ha un consumo di circa 80 miliardi di metri cubi di gas all’anno e 18 miliardi di metri cubi di stoccaggio e dalla Russia arriva circa il 45% del metano. Come potremmo riuscire ad essere presto autonomi dal punto di vista energetico?
Essere autonomi a breve o medio termine è quasi impossibile, partendo anche dal fatto che una seria riconversione energetica richiederebbe almeno venti anni. Possiamo provare a tamponare le difficoltà come meglio possiamo, ma nessuno si illuda che ci sono soluzioni semplici. Chi lo fa o ignora la materia o, peggio ancora, mente sapendo di mentire. L’Italia ha una dipendenza energetica dai paesi esteri di circa 85%, non solo, prendiamo gas e petrolio da aree politicamente instabili. Non avendo il nucleare e avendo scelto di decarbonizzare molto velocemente, abbiamo come unica fonte il gas, oltre alle rinnovabili. L’Italia ha fatto un errore strategico di rinunciare ad alcune fonti energetiche che le avrebbero permesso di diversificare oltre al mix di generazione anche le aree geopolitiche di approvvigionamento. Il nucleare è una fonte che usano tutti a livello mondiale e noi che non l’abbiamo partiamo svantaggiati.
Quali strategie si potrebbero mettere in campo per garantire approvvigionamenti e stoccaggi e diversificare le fonti che utilizziamo? Sarebbe sufficiente incrementare la produzione di energie rinnovabili?
Le rinnovabili risolvono in minima parte il problema, spero che diano al più presto tutte le autorizzazioni per sbloccare i progetti presentati, ma non illudiamoci che da questo passi la soluzione al problema. Peraltro agli italiani va fatto sapere che sono costate 250 miliardi di incentivi in 20 anni, una cifra spropositata, ed hanno già contribuito ad alzare il costo delle bollette. Va anche sottolineato un altro fatto che i tifosi “interessati” delle rinnovabili tendono a non mettere in luce, ossia non sono in grado di produrre energia in maniera continuativa visto che sono legate ad elementi naturali come il sole, l’acqua e il vento. Dall’altra c’è da aggiungere che il gas da estrarre nell’Adriatico, che potrebbe essere una soluzione positiva, è insufficiente a risolvere totalmente il problema. Potremmo calmierare i costi aumentando l’acquisto dall’Africa e dal Medio Oriente, ma rimarremmo sempre una nazione molto esposta a questo genere di problema.
Secondo lei nei prossimi giorni i prezzi dell’energia, del gas, ma anche del petrolio continueranno ad aumentare?
Se la guerra continua saremo costretti a mettere in campo soluzioni impensabili fino qualche settimana fa, tra cui abbassare i termosifoni nelle nostre case come ha già detto l’ex ad di Enel ed Eni, Scaroni. Se saranno applicate le sanzioni alla Russia, non si può escludere che avremo ulteriori ritorsioni che peseranno sul prezzo del gas. Del resto quando sei attaccato prevalentemente ad un solo tubo del gas non hai grandi poteri negoziali e sei esposto in maniera pesantissima. Gli aumenti fanno parte delle dinamiche di mercato quando si va incontro a situazioni di difficoltà come quella che stiamo vivendo. Le bollette sono già aumentate da inizio anno, prima della guerra. Il problema è che non abbiamo molte soluzioni per porre rimedio a questa situazione. Questo è il dramma nel dramma per noi italiani. Non sono un catastrofista ma è così. Chi vende soluzioni facili, politici e manager d’impresa, vende sogni e non fa il bene della nazione. Sull’energia va fatta un’operazione verità. Viene da piangere solo a pensare che alcune forze politiche erano contrarie fino a qualche mese fa al tap (il gasdotto trans-adriatico), che oggi rappresenta, in parte, un’ancora di salvataggio.
Il governo ha preparato un piano per far fronte ad eventuali carenze energetiche che prevede: riapertura delle centrali a carbone, nuovi rigassificatori e un aumento delle produzioni nazionali di gas naturale. È fattibile tutto questo?
Certamente sì. In questo momento il Governo ha individuato le uniche soluzioni di breve periodo, le centrali a carbone, e nuovi rigassificatori, nel medio periodo, per cercare di diversificare le fonti. Come Flaei valutiamo positivamente quanto sta facendo il ministro Cingolani che incredibilmente deve lottare anche con alleati di Governo che propongono ricette semplicistiche che non risolveranno il problema e non abbasseranno le bollette degli italiani. Ma il dramma è che in tanti anni nessuno ha voluto vedere ciò che era chiarissimo. Non aver messo in campo per tempo soluzioni possibili, è stato un errore che stiamo pagando e pagheremo a caro prezzo.
Sara Martano