Sabato 23 novembre 2024, ore 4:40

Covid 

Convergenze su green pass e vaccini

Le distanze estive non sono ancora superate ma sindacati e imprese hanno trovato molti punti di accordo su vaccini e green pass in azienda. Cgil, Cisl e Uil aprono ad alcune richieste degli industriali ma chiedono che i costi dei tamponi siano a carico delle aziende e che nessun lavoratore venga licenziato. Il confronto tra i leader sindacali, Sbarra, Landini, Bombardieri e il presidente di Confindustria, Bonomi, fa registrare dunque molti passi avanti. Come sottolinea il segretario generale della Cisl, rimarcando l’importanza della ripresa del confronto dopo mesi di stop. Non a caso le parti sociali hanno deciso di programmare altri incontri sui diversi dossier ancora aperti. Sul fronte dei vaccini, evidenzia Sbarra, “c’è una comune convergenza sulla richiesta al governo e al parlamento di assumersi per intero la responsabilità nell'adottare un provvedimento legislativo che sancisca l’obbligo della vaccinazione per tutti i cittadini”. Ma, in attesa di un’eventuale legge sull’obbligo, resta aperta la questione di chi pagherà per i tamponi. Su questo, il fronte imprenditoriale non è monolitico. Mentre il presidente di Confindustria, Bonomi, ha chiarito che il costo non può essere sostenuto dalle imprese, Confapi ha dato indicazione ai propri associati di effettuare i tamponi a carico delle aziende.  
Le parti sociali hanno dunque avviato un dialogo che potrebbe portare a un accordo pieno. E anche sul fronte politico sembra possibile una convergenza, in vista della cabina di regia che giovedì dovrà tracciare la strada su vaccini e green pass. Non solo. Sono in arrivo decisioni anche sulla terza dose. Il ministro della Salute, Speranza, ha spiegato che “la terza dose in Italia ci sarà” e che si partirà “già da settembre con pazienti fragili come gli oncologici o i trapiantati”. 

Non solo vaccini. Molto si muove, in generale, sul fronte della sanità. La pandemia ha ricordato a tutti l’importanza del sistema sanitario nazionale e i danni prodotti da anni di tagli lineari. Ora, però, non bisogna dimenticarsene. È questo il messaggio che arriva dal G20 della Salute organizzato a Roma. “Primo punto - ha sottolineato a proposito il ministro Roberto Speranza - è investire sui sistemi sanitari e vogliamo difendere l'impianto universalistico: si ha diritto a essere curati indipendentemente da ceto e razza” . 
Il Covid, ha evidenziato a sua volta il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga, “ha marcato le debolezze dei sistemi sanitari che, come il nostro, hanno subito negli anni pesanti razionalizzazioni dei finanziamenti e dei servizi”. In quest’ottica, Ganga ha ribadito la necessità di “organizzare servizi sanitari nazionali pubblici, capaci di agire sul fronte dell'uguaglianza nell'erogazione delle prestazioni sanitarie e di rispondere a istanze fondamentali in materia di giustizia ed equità sociale”. Per questo, è fondamentale “realizzare in maniera soddisfacente, di organizzare e consolidare in tutti i Paesi, modelli fondati su criteri e principi universalistici e solidali”. La Cisl chiede dunque che si torni a “investire sulle competenze, sulla ricerca, sull'innovazione, anche attraverso un piano straordinario di reclutamento del personale”. Per questo, il sindacato condivide l'impostazione della missione salute del Pnrr che “orienta gli investimenti sul rafforzamento dei servizi sul territorio, sull' innovazione della rete ospedaliera, sul potenziamento della ricerca bio medica, sostenendo un particolare impegno nel ripianare le differenze di salute dei territori”. Ma per cambiare e innovare il sistema, è necessario coinvolgere “le organizzazioni sindacali in tutte le riforme che riguarderanno il settore sanitario, a partire da quelle previste nella specifica missione del Pnrr”.
Sul fronte globale, il Patto di Roma, approvato all’unanimità da tutti i paesi del G20, prevede un impegno comune “per portare i vaccini nei paesi più fragili anche tramite Covax" e la costruzione di condizioni  per portare "la produzione  anche in paesi diversi, per rendere altre aree del mondo capaci di produrre”.
Ilaria Storti

( 6 settembre 2021 )

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