Soddisfatta la maggioranza: ”Il provvedimento va bene così, al Senato nessun cambiamento”, dice Salvini. All’attacco le opposizioni. Il segretario del Pd Martina parla di ”decreto disoccupazione”, che ”genererà più precarietà, che complica la vita alle imprese e bloccherà gli investimenti al sud”. E per Tajani, Forza Italia, ”con il decreto si perderanno molti più posti di lavoro degli 80mila di cui parla l’Inps”.
Critiche articolate anche dalle parti sociali. Sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra: ”Il provvedimento senza dubbio è stato migliorato, come richiesto dalla Cisl, durante l’iter parlamentare in materia di lavoro somministrato. Positivo, ma insufficiente, avere prorogato fino al 2020 l’incentivo all’assunzione a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni: si sarebbe dovuto aumentare dal 50 al 100% l’entità della decontribuzione per la crescita delle assunzioni stabili . Apprezziamo, inoltre, le norme sulle delocalizzazioni selvagge e sui divieti alla pubblicità del gioco d’azzardo”. La Cisl resta invece critica ”sull’introduzione, per i contratti a termine, di causali di legge, senza alcuno spazio per la contrattazione collettiva, che invece potrebbe trovare una equa composizione degli interessi tra lavoratori e imprese e ridurre il contenzioso”. Preoccupazione anche per la ” scelta di reintrodurre i voucher senza tenere in alcun conto le problematiche specifiche dei settori coinvolti. In agricoltura e nel turismo, infatti, l’esigenza diffusa, più che di lavoro occasionale, è di lavoro stagionale, ed esso è già ampiamente regolamentato con il massimo della flessibilità dalla legge e dal contratto collettivo. L’allargamento dell’utilizzo dei voucher è una scelta che non solo colpisce i lavoratori ma, innescando dumping contrattuale, colpisce anche le produzioni d’eccellenza. Negli enti locali è già consentito, senza alcun vincolo dimensionale, l’utilizzo del lavoro occasionale per coprire tutte le principali esigenze, quindi la volontà di allargamento appare in totale controtendenza con gli sforzi recenti, legislativi e contrattuali, volti a ridurre la precarietà nei settori pubblici”. In generale il contrasto alla precarietà, che è l’obiettivo dichiarato del decreto, ”non si ottiene soltanto riducendo le possibilità per le imprese di assumere a termine, ma anche contrastando, cosa che il Decreto Dignità non fa , forme di precarietà e sottotutela ben più gravi, quali le cooperative spurie, l’abuso dei tirocini, le false partite Iva; incentivando in maniera più sostanziosa il lavoro a tempo indeterminato; rafforzando le politiche attive e soprattutto, favorendo crescita e sviluppo”. E certamente, conclude Sbarra, ”il contrasto alla precarietà è difficile da conciliare con la reintroduzione dei voucher”.