Sulle sanzioni alla Russia l'Italia è “pienamente allineata ai partner. Condividiamo la posizione più volte espressa anche dagli alleati di voler cercare una soluzione pacifica alla crisi. Ogni forma di dialogo deve essere sincera, ma l'esperienza di questi giorni dimostra che le azioni del governo russo rendono questo dialogo nei fatti impossibile”. L'Italia, l'Unione Europea e tutti gli alleati “chiedono al presidente Putin di mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue e di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina in modo incondizionato”.
Giovedì sera Draghi è volato a Bruxelles per partecipare al vertice straordinario e urgente convocato dal presidente del Consiglio Ue Michel. Venerdì il premier incontrerà i capigruppo di Camera e Senato per informarli della situazione e delle prime valutazioni compiute.
E giovedì pomeriggio il Presidente della Repubblica Mattarella ha convocato in via straordinaria il Consiglio supremo di difesa. Ne fanno parte oltre al presidente e al premier i ministri di Difesa, Interno, Esteri, Economia e Sviluppo, il Capo di Stato maggiore della Difesa e serve a uno scambio di informazioni di alto livello necessarie a compiere le scelte di indirizzo generali. La linea è quella espressa con chiarezza e forza dallo stesso Capo dello Stato nel suo discorso di insediamento, lo scorso 3 febbraio, quando aveva sottolineato: “Da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace, concretizzato dall’integrazione europea e accresciuto dal venir meno della Guerra fredda. Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale. Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini”.
La condanna della politica italiana per l'attacco russo all'Ucraina è unanime. E non si avvertono più alcuni distinguo dei giorni scorsi.
In campo per la pace come sempre esitazioni i sindacati confederali. Cgil, Cisl, Uil in una nota unitaria “condannano l'aggressione militare russa e chiedono uno stop immediato delle ostilità. Il primo obiettivo deve essere la protezione umanitaria dei civili. Al popolo e ai lavoratori dell'Ucraina esprimiamo la nostra solidarietà". Aggiungono i sindacati: “È necessario fermare la guerra in Ucraina e far partire un vero processo di pace, attivando urgentemente tutti i canali della politica e della diplomazia, in sede europea e in sede Onu”. Mai come oggi “è evidente che la pace e il ripudio delle guerre debbano essere la priorità dell'agenda politica italiana, europea e mondiale. L'Unione Europea deve agire ispirata dai suoi principi costitutivi a difesa di pace e democrazia”. Cgil, Cisl e Uil aderiscono all'appello della Rete italiana Pace e Disarmo e promuovono con le altre organizzazioni la manifestazione a Roma, in Piazza Santi Apostoli, sabato 26 febbraio alle ore 11, e invitano tutti a partecipare.
Giampiero Guadagni