"A chi semina orrore e barbarie bisogna rispondere con la forza della ragione e dei valori fondamentali" e invece "assistiamo ad un'accelerazione di incontri, accordi, azioni, dallo sfondo preminentemente militare, che evidenziano un pericolosissimo accantonamento del primo e fondamentale obiettivo di chi deve decidere sulle sorti del mondo: la politica della pace". Questo l'appello scritto a quattro mani dai leader di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo assieme all'Anpi. Una volontà di pace "irriducibile" per rispondere al terrorismo che "colpisce e minaccia nelle forme più barbare, cercando di creare una situazione di insicurezza totale". Per questo, a maggior ragione, chiedono i leader sindacali, occorre mettere da parte " ongi interesse personalistico e nazionalista" per "affrontare le questioni alla radice, aver chiaro il quadro delle parti in campo, avviare rapporti e risoluzioni, anche dure, in campo diplomatico, e soprattutto considerare come strumento fondamentale per la risoluzione delle controversie e dei problemi internazionali, l'intesa leale e sincera fra tutti i Paesi che intendono seriamente combattere e sconfiggere, in ogni sua forma, la violenza". In una parola, concludono, "è ora di assumersi, prima che si sparga altro sangue innocente, l'impegno di un grande lavoro di riflessione responsabile e culturalmente approfondita, e di un contrasto all'espandersi di fenomeni di estrema gravità che risponda ad unità e concordanza piena sugli elementi fondanti della civiltà".
Di seguito il testo dell'appello.
"Ci rivolgiamo, con profonda preoccupazione, alle cittadine e ai cittadini italiani, ai Parlamentari, al Governo, alle alte cariche dello Stato. Si è di fatto creata una drammatica situazione mondiale, foriera di possibili disastri per tutti. Il terrorismo colpisce e minaccia nelle forme più barbare, cercando di creare una situazione di insicurezza totale. A questo si uniscono tensioni e vicende non meno premonitrici di tempesta. Siamo sull’orlo di un baratro da cui, in altri tempi, sono scaturiti orrore, morte e guerre. Assistiamo ad un’accelerazione di incontri, accordi, azioni, dallo sfondo preminentemente militare, che evidenziano un pericolosissimo accantonamento del primo e fondamentale obiettivo di chi deve decidere sulle sorti del mondo: la politica della pace, l’esigenza di affrontare le questioni alla radice, di aver chiaro il quadro delle parti in campo, di avviare rapporti e risoluzioni, anche dure, in campo diplomatico, e soprattutto la necessità di considerare come strumento fondamentale per la risoluzione delle controversie e dei problemi internazionali, l’intesa leale e sincera fra tutti i Paesi che intendono seriamente combattere e sconfiggere, in ogni sua forma, la violenza. Ma per fare questo occorre trasparenza e una irriducibile volontà di pace, sottratta ad ogni interesse personalistico e nazionalista. L’Isis è un nemico che in troppi hanno sottovalutato, e perfino favorito fornendo direttamente o indirettamente gli armamenti. Ebbene, è ora di assumersi - prima che si sparga altro sangue innocente - l’impegno di un grande lavoro di riflessione responsabile e culturalmente approfondita, e di un contrasto all’espandersi di fenomeni di estrema gravità che risponda ad unità e concordanza piena sugli elementi fondanti della civiltà.
A chi semina orrore e barbarie bisogna rispondere con la forza della ragione e dei valori fondamentali, che traggono la prima fonte di ispirazione dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, scaturita proprio dalla terribile esperienza della seconda guerra mondiale".
Roma, dicembre 2015
Carlo Smuraglia
Presidente Nazionale ANPI
Susanna Camusso
Segretaria Generale CGIL
Annamaria Furlan
Segretaria Generale CISL
Carmelo Barbagallo
Segretario Generale UIL