L’Anas e i sindacati edili hanno firmato un accordo per appalti con un importo superiore ai 50 milioni di euro con l’obiettivo “di promuovere un confronto costante tra il committente e le organizzazioni di rappresentanza delle categorie dei lavoratori”. L’accordo è stato sottoscritto dall’amministratore delegato di Anas Gianni Vittorio Armani e i segretari generali di Feneal Uil, Vito Panzarella, Filca Cisl Franco Turri e Fillea Cgil Alessandro Genovesi, alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Con quest’accordo “vogliamo mettere ordine nel mondo degli appalti degli edili e consentire di sviluppare i lavori nel modo più corretto”, ha spiegato Armani, sottolineando che l’enfasi è soprattutto sulla sicurezza nei cantieri.
"Si tratta di un accordo molto importante per la legalità e la qualità del nostro settore, che dimostra l'importanza del gioco di squadra tra i diversi soggetti - afferma Franco Turri, segretario generale della Filca Cisl -. Anas può davvero fare la differenza e contribuire a ricostruire il ciclo del cantiere, qualificando al contempo tutto il settore edile. E' proprio da stazioni appaltanti importanti, come l'Anas, che può partire la spinta giusta per riuscire ad includere l'edilizia nel grande progetto dell'Industria 4.0, partendo dalla progettazione fino al cantiere stesso".
"Siamo molto soddisfatti di come stanno andando le cose all' interno di Anas - dichiara il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello - anche in funzione della fusione con FSi perchè siamo convinti che un player forte nelle infrastrutture e nei trasporti sia di vitale importanza in un paese come il nostro che spesso risulta deficitario sotto questi aspetti. Significativo il messaggio mandato dal Ministro Delrio che prevede la riduzione delle stazioni appaltanti da 36 mila a 6 mila. Siamo convinti che il settore delle costruzioni abbia bisogno di soggetti grandi attraverso i quali ricomporre la filiera delle costruzioni, facendo in modo che ci sia meno dumping contrattuale, più certezza dei contratti. Speriamo- conclude - che le risorse per gli investimenti previsti possano diventare non solo numeri sulla carta ma posti di lavoro concreti per riattivare la funzione delle casse edili, per dare lavoro ai tanti lavoratori che sono stati esplusi dal ciclo produttivo e che da dieci anni, di fatto, non vedono possibilità di ricollocazione all' interno del settore, vero soggetto mancante nel processo di ripresa economica che senza di esso non può ritenersi completa".
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