La Corte d'Appello di Torino ha assolto tutti gli imputati del processo per le morti da amianto alla Olivetti di Ivrea. In primo grado fra i condannati c'erano i fratelli Carlo e Franco De Benedetti, ai quali furono inflitti 5 anni e 2 mesi. Per i giudici ”il fatto non sussiste”. Fra i 13 imputati c'era anche l'ex ministro Corrado Passera al quale in primo grado, nel 2016, erano stati inflitti un anno e 11 mesi di reclusione.
Il processo nasce da un'inchiesta aperta dalla Procura di Ivrea nel novembre 2013 che riguarda i decessi, avvenuti tra il 2008 e il 2013, di alcuni ex operai degli stabilimenti Olivetti, in seguito a quella forma tumorale di chi si espone per anni all'amianto.
E’ stata la controversia scientifica sul tema del cosiddetto ”effetto acceleratore” nelle malattie provocate dall'amianto a far cadere le accuse. Questa l’analisi che, nell’attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, viene fatta sia dall’accusa sia dalla difesa. ”In pratica - spiega uno degli avvocati - il dirigente è considerato responsabile solo per i primi due anni di esposizione del lavoratore all'amianto. In questo caso De Benedetti è stato in carica a partire dal 1978 e i dipendenti erano stati colpiti dalla patologia in un periodo precedente. Se fosse accertata l'esistenza di un effetto acceleratore sarebbe diverso. Ma nella comunità scientifica non c'è un consenso unanime. E quindi la giurisprudenza non può tenerne conto”. ”Finché non saranno depositate le motivazioni non sapremo il perché di questa sentenza. Ma se emergeranno dei profili per l'impugnazione, la impugneremo. E daremo battaglia”, commenta il pg Carlo Maria Pellicano, uno dei 3 magistrati che hanno sostenuto la pubblica accusa nella decisione della Corte di Appello di Torino sul processo Olivetti. ”Per ora - ha concluso - noi e la difesa siamo sull'1-1”.