Governo e parti sociali sociali insieme per trovare un tampone all’emergenza coronavirus. Un’emergenza che, avverte Confesercenti, rischia di avere un impatto elevatissimo sulla nostra economia pari ad una perdita di circa 3,9 miliardi di euro di consumi. Si potrebbe arrivare alla chiusura di circa 15.000 piccole imprese in tutti i settori, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo ed i servizi con un impatto sull'occupazione che potrebbe superare i 60.000 posti di lavoro. Dello stesso tenore anche l’allarme di Confcommercio secondo la quale se la crisi dovesse protrarsi oltre i prossimi mesi di maggio-giugno l'impatto sul Pil potrebbe essere di 3-4 decimi di punto, pari a 5-7 miliardi di euro. Mentre per Confindustria bisogna agire verso questi settori più colpiti dal virus, vale a dire turismo, fiere, trasporti, logistica e attività culturali.
In settimana, fa sapere il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, il governo emanerà un decreto proprio per supportare il tessuto produttivo del Paese in questo momento di difficoltà. Dal canto suo, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo ha annunciato la sospensione dei versamenti contributivi fino al 31 marzo 2020 per le zone rosse colpite dal coronavirus. Prevista anche la Cig in deroga per le aziende sotto i sei addetti e chi non ha strumenti di sostegno al reddito nelle zone rosse colpite dal coronavirus. Per questo intervento, secondo quanto emerso nel corso del tavolo al Ministero del lavoro con le parti sociali, lo stanziamento previsto e' di 21 milioni di euro. Una cifra insufficiente, commenta la leader della Cisl Furlan, che spiega: ”Abbiamo sottolineato come gli ammortizzatori sociali debbano essere garantiti a tutti i lavoratori e lavoratrici attraverso la cassa integrazione ordinaria, e in deroga per quei lavoratori che non possono andare con la cassa ordinaria, naturalmente è necessario attivare anche il fondo di integrazione salariale". La segretaria della Cisl sottolinea la necessità di ”fondi più consistenti perché avremo delle crisi di settore, quello del turismo è prevedibile. Bisogna creare un fondo con una dotazione ben solida e adeguata, in modo che anche fuori dai comuni più colpiti ci sia la tranquillità che, qualora ci fosse bisogno, gli strumenti di sostegno al reddito sarà garantito a tutti”. Molte aziende hanno attivato in questi giorni lo smart working, il lavoro agile, cioé fuori dalla sede abituale. Per Furlan ”l'utilizzo dello smart working senza l'accordo, non rispettando il contratto, è tollerabile solo per 15 giorni, dopo quella scadenza i contratti devono essere rispettati anche nell'utilizzo di questo utile e importante strumento”.