Una nuova Alitalia in tempi brevi e con una flotta più leggera. Questo l'obiettivo del Governo, che ha confermato, nella videoconferenza di ieri con i sindacati, il progetto di nazionalizzazione della compagnia, con la creazione di una newco pubblica che dovrà partire prima possibile, il cui perimetro di riferimento sarà correlato alle attuali condizioni di mercato.
Una prospettiva non priva di preoccupazioni per i sindacati che temono un ridimensionamento e chiedono di non lasciare fuori nessun lavoratore.
"Alitalia ha bisogno di risanamento e rilancio", dichiarano Andrea Cuccello, segretario confederale della Cisl, e Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, al termine del confronto con Paola De Micheli, ministra dei Trasporti, e Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico. "Patuanelli - proseguono Cuccello e Pellecchia - ha confermato di voler continuare verso la costituzione della newco, mentre De Micheli ha dichiarato che sta esaminando, con lo scopo di risolverle, le difficoltà di tutto il settore del trasporto aereo sia tenendo conto del contesto europeo sia a livello nazionale e che sta valutando anche il riassetto regolatorio. Entrambi i ministri pensano a una compagnia premium".
"Mentre siamo favorevoli - spiegano Cuccello e Pellecchia - sia alla nazionalizzazione sia alla revisione delle regole del trasporto aereo per stabilire parità di condizioni fra i vettori a livello nazionale e europeo, revisione che chiedevamo da tempo, siamo contrari alla riduzione del perimetro della newco: non può essere presa a riferimento la situazione attuale, che è dovuta ad un'emergenza sanitaria straordinaria sotto tutti i punti di vista.
Secondo noi, con gli ammortizzatori disponibili, possono essere tutelati tutti i lavoratori della compagnia aerea i quali, se fossero espulsi dal perimetro aziendale, perderebbero i brevetti necessari a lavorare. Si può invece approfittare di questo periodo per agire sul modello organizzativo dell'azienda, sul suo parco aeromobili, sul modello commerciale, sul sistema di vendita e così via, visto - concludono - che il fallimento di Alitalia, come riconosciuto da tutti, non è dovuto nè al costo del lavoro nè alla sua qualità".