Quarant'anni fa il tragico epilogo del sequestro di Aldo Moro. Un sequestro iniziato 55 giorni prima con l'eccidio - non va mai scordato - dei cinque uomini della scorta del Presidente della Democrazia Cristiana. Via Caetani rappresenta davvero lo spartiacque della storia della Repubblica italiana. Ecco perché è necessario conoscere la verità, che non è quella contrabbandata dai brigatisti che ancora oggi replicano in tv lo stanco ruolo di rivoluzionari in servizio permanente effettivo. Anche i più giovani hanno diritto e il dovere di conoscere la vera storia di quella stagione. Per chi non ha vissuto quel periodo, per chi ne sa poco, per chi non è messo in condizione di valutare fatti, misfatti, antefatti e postfatti, il rischio concreto è che alla fine oggi arrivi il messaggio devastante che di fronte alle ingiustizie sociali una reazione politica valga una con la pistola; la parola del carnefice quella della vittima. E che questa confusione generi nuova violenza e nuova eversione. Quarant’anni fa, va sottolineato e ricordato con forza, quel messaggio non arrivò: il delirio delle Br trovò il fermo e aperto rifiuto delle “classi sociali” a cui si rivolgeva; ebbe solo l’ambigua sponda di certi “intellettuali”, quelli del “né con lo Stato né con le Br”.
Ma tutti, giovani e meno giovani, dovremmmo essere interessati a riscoprire anche la strategia politica e al tempo stesso la figura di Aldo Moro, professore universitario, padre, marito. Un uomo che ha provato con scelte difficili e controverse a rendere più robusta la democrazia in Italia negli anni della Guerra Fredda, lasciando una traccia profonda nel Paese, con una prospettiva e un’analisi sorprendentemente attuali.
Anche per questo su Conquiste tabloid pubblichiamo un articolo giovanile di Moro, scritto nel 1943 sul ruolo fondamentale e al tempo stesso sui limiti della politica; e la sintesi dell'intervento all'assemblea dei gruppi parlamentari della Dc del 28 febbraio 1078, 16 giorni prima del sequestro.
Pubblichiamo anche un articolo della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che sottolinea: Moro, uomo del dialogo e della responsabilità, aveva visto con 40 anni di anticipo la crisi in cui si dibatte oggi la politica, che deve tornare a mettere al centro gli interessi del Paese.