Si lavora senza sosta per evacuare quante più persone possibili dall’Afganistan mentre diventa sempre più nebulosa la questione delle donne.“Non possiamo restare insensibili di fronte al grido di aiuto di migliaia di madri che vogliono salvare i propri bambini” scrive su twitter il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. “È sempre più drammatica la situazione in Afghanistan. Aprire i corridoi umanitari per accogliere i profughi è un dovere della comunità internazionale”sottolinea il segretario della Cisl che già, qualche giorno fa, insieme con Cgil e Uil, aveva espresso una forte preoccupazione e sollecitato il Governo italiano a farsi parte attiva perché siano da subito aperti corridoi umanitari per tutte e tutti coloro che sono in pericolo e perché siano garantiti i diritti umani internazionalmente riconosciuti, i diritti delle donne e i diritti di tutto il mondo del lavoro.
E ieri alla Farnesina, il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, ha incontrato una rappresentanza di circa 80 associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle donne e dei minori. Le associazioni hanno richiesto un incontro urgente con il vertice politico del Ministero alla luce delle drammatiche notizie provenienti dall'Afghanistan e alle correlate preoccupazioni per i diritti umani nel Paese, in particolare quelli delle donne e delle fasce più vulnerabili della popolazione. Della Vedova ha sottolineato l'impegno del Governo per la difesa dei diritti fondamentali della popolazione afghana e il ruolo svolto dell'Italia in sede europea e multilaterale, a partire dal Consiglio Diritti Umani dell'Onu a Ginevra e dal G20 a presidenza italiana, ricordando che il 26 agosto prossimo, presieduta dalla Ministra Bonetti, si terrà a Santa Margherita Ligure la prima conferenza del G20 dedicata ai diritti delle donne, dove si parlerà anche di Afghanistan.
Intanto cominciano a nascere diverse iniziative di cooperative e associazioni in favore delle donne afghane come quella lanciata dalla cooperativa sociale Il Melograno di Segrate (Milano) che si è attivata sul territorio per individuare una rete di famiglie che possano mettere a disposizione una stanza per una donna afghana in fuga. La proposta è stata accolta anche da Casa di Betania e da una rete di coop sociali. Si tratta di mettere a disposizione gratuitamente una stanza per un periodo transitorio per accogliere una donna costretta a scappare dalla guerra e dalla furia misogina dei talebani.
Sara Martano