“Ci impegniamo per i diritti delle donne all'interno della Sharia. Lavoreranno fianco a fianco con noi. Non ci saranno discriminazioni”. Così il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid in conferenza stampa. “Nessuno sarà danneggiato, non vogliamo avere problemi con la comunità internazionale”, ha aggiunto, sottolineando però che "abbiamo il diritto di agire secondo i nostri principi religiosi. Altri Paesi hanno approcci e regolamenti diversi, e gli afghani hanno il diritto di avere le proprie regole in accordo con i nostri valori”. I talebani promettono un'amnistia e invitano le donne ad entrare al governo, “ma secondo le regole della Sharia”, la legge islamica.
Già ieri sera a Kabul si è svolta una piccola manifestazione di donne che gridavano slogan per i loro diritti, in particolare istruzione e lavoro. In un video diventato virale su Facebook si vedono le partecipanti, tutte con il capo e il corpo coperti, mentre innalzano piccoli cartelli e gridano: “Sostenete la voce delle donne afghane”, “Le donne afghane esistono”, “Il lavoro, l'istruzione e la partecipazione politica sono diritti di ogni donna afghana”, e ancora “Non fateci sparire”.
In questi giorni tutto il mondo è in fermento. Cgil Cisl e Uil esprimono forte la loro preoccupazione e sollecitano il Governo italiano a farsi parte attiva, insieme a tutta la comunità internazionale, perché siano da subito aperti corridoi umanitari per tutte e tutti coloro che sono in pericolo e perché siano garantiti i diritti umani internazionalmente riconosciuti, i diritti delle donne e i diritti di tutto il mondo del lavoro.
“Sarà importante per la comunità internazionale - affermano i sindacati - intervenire diplomaticamente per assicurare la certezza del diritto e proteggere la popolazione, chiedendo una presenza Onu. Ma sarà altrettanto importante riflettere sulle conseguenze dell’intervento armato e della massiccia presenza militare estera che non è riuscita a sostenere la creazione di un governo democratico, così come sugli errori compiuti, compresa la sbagliata valutazione sul ritiro delle truppe estere. Questo deve essere il monito sui passi da compiere, perché non si rinunci alla prospettiva del multilateralismo e si trovino gli equilibri necessari per il rispetto e l’interazione tra culture diverse”.
“La finalità - concludono Cgil, Cisl e Uil - deve essere perseguire la convivenza pacifica e la concordia negli obiettivi di sviluppo umano e democratico, con pieno riconoscimento e affermazione dei diritti universalmente riconosciuti. Cgil, Cisl e Uil si attiveranno per promuovere una iniziativa europea a sostegno dei sindacalisti afghani della National Union of Afghanistan Workers and Employees (NUAWE)”.
Sara Martano