E’ salito a quattro vittime il bilancio dell’affondamento del peschereccio ‘Sparviero’, avvenuto ieri al largo di Civitanova Marche. Non ci sono infatti più speranze di trovare vivi Maroga Costeli, 35 anni, e Simion Vasile, 39, i due marittimi romeni imbarcati sul motopesca pugliese. Con loro hanno perso la vita Michele Fini, 25 anni e Giorgio Toma Viorel, 19. Sopravvissuti Leonardo Coccia e Aldo Leo, di Cagnano Varano (Foggia). Oggi il mare è in burrasca e le ricerche sono difficili.
La Fai Cisl, in una nota, esprime il proprio profondo cordoglio alle famiglie dei pescatori ed evidenzia, per l’ennesima volta, quanto ancora vi sia da fare per dare certezza di sicurezza sul lavoro in un settore in cui ogni rischio può trasformasi in tragedia.
“Ci troviamo di fronte infatti - afferma il Commissario Fai Luigi Sbarra - a lavoratori che stante la peculiarità della loro attività professionale, rischiano quotidianamente la propria incolumità personale se non opportunamente informati, formati e dotati di strumenti adeguati di prevenzione e protezione”. (Leggi il comunicato integrale)
Intanto procedono parallele le due inchieste sul disastro: quella aperta dalla procura della Repubblica di Macerata, e l’inchiesta sommaria dell’Ufficio circondariale marittimo di Civitanova Marche, che sta vagliando la documentazione dello ’Sparvierò e i contratti di ingaggio dei marittimi, alcuni dei quali potrebbero essere stati assunti ’in nerò. Uno dei due superstiti, Aldo Leo, ha detto che un’onda anomala avrebbe spostato il carico di 60-80 quintali di cozze tutto da un lato, facendo rovesciare l’imbarcazione. Ma secondo la Capitaneria di porto di Ancona, che coordina le operazioni, il carico non era rizzato a messo in sicurezza: le indagini dovranno stabilire se lo ’Sparvierò abbia rispettato la istruzioni sulla stabilità della barca dettate dal Registro navale italiano. Respinta infine ogni polemica sul presunto ritardo nei soccorsi, che invece, afferma la Guardia costiera, sono scattati appena il figlio di uno dei marittimi, che era al telefono con il padre, ha dato l’allarme. Erano circa le 6:20 di ieri mattina.