Addio a Sergio Marchionne. L’ex Ad di Fca è morto stamane nella clinica di Zurigo nella quale era ricoverato dalla fine di giugno. "E' accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l'uomo e l'amico, se n'è andato. Penso", commenta il presidente John Elkann, "che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell'esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l'invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio".
Diversi i messaggi di cordoglio e gli attestati di stima che stanno arrivando da tutto il mondo. Anche se, persino in questi ultimi giorni, non sono mancate le polemiche, specie dalla sinistra del sindacato che non aveva saputo affrontare la sfida posta da un manager atipico e pragmatico come Marchionne. Ad accettare quella sfida, non a caso, fu la Cisl. Che oggi lo ricorda per voce di Annamaria Furlan. "Marchionne - afferma la leader di Via Po - è stato un manager che ha segnato davvero un' epoca, un interlocutore del sindacato oculato ed intelligente che ha cercato sempre di fare squadra attraverso una visione moderna ed innovativa delle relazioni industriali, risollevando il settore auto in Italia con scelte chiare di modernizzazione e con il contributo determinante di sindacati responsabili come la Cisl e la nostra categoria, la Fim Cisl".
Figura atipica, Marchionne sarà ricordato come l'imprenditore che nel 2004 ha salvato la Fiat dal fallimento e l'ha trasformata nel settimo gruppo automobilistico mondiale. Ma è anche l'uomo dei piani industriali ambiziosi, "non per deboli di cuore", presentati con il sottofondo musicale del jazzista afroamericano Bobby McFerrin. Passeranno alla storia l'acceso scontro sindacale nelle fabbriche, la svolta nelle relazioni industriali con l'uscita da Confindustria, l'alleanza con Chrysler benedetta dalla Casa Bianca.
Non mancano gli errori, ammessi con serenità, come il ritardo dello sbarco in Cina e le false partenze di Alfa Romeo. Al centro anche delle relazioni politiche mondiali, ma senza intenzione di fare parte di quel mondo ("Scherziamo? Io faccio il metalmeccanico", dice): amato da Barack Obama ma anche 'il preferito' del presidente Donald Trump, pronto a trattare con la cancelliera Angela Merkel quando prova a comprare la Opel. Corteggiato in Italia da Silvio Berlusconi, che gli offre la candidatura a leader del centrodestra, a fasi alterne con Mario Monti e Matteo Renzi. Fiat, poi Fca e dal 2014 anche Ferrari dove lo porta la grande passione per il Cavallino e dove sarebbe rimasto fino al 2021: presente ai Gran Premi, lui stesso a bordo di bolidi della Rossa, a settembre avrebbe presentato il nuovo piano industriale. Non ha fatto in tempo, ma il futuro lo ha tracciato con l'annuncio del primo suv e di una supercar elettrica. "Marchionne lascerà un copione o istruzioni? Non ci sono copioni. Fca è un insieme di culture e di manager nati dalle avversità", sono le sue ultime parole a Balocco.
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