Scende in campo il Fondo di solidarietà per gestire i cali di lavoro nelle banche. L'accordo raggiunto tra i sindacati di categoria e l'Abi si avvale delle misure messe a punto dal governo con il decreto Cura Italia per attivare la parte ordinaria del Fondo, senza che questo vada a pregiudicare l'utilizzo della parte straordinaria riservata alla gestione degli esuberi.
Il ricorso alla prestazione ordinaria del Fondo di solidarietà di settore, con causale Covid-19 nazionale, nel rispetto della normativa nazionale potrà essere attivato per i periodi a far data dal 23 febbraio al 31 agosto 2020, per un massimo di 9 settimane. Nessun pregiudizio per i lavoratori né sul piano retributivo né per quanto riguarda altri aspetti fondamentali del rapporto di lavoro, come ad esempio la contribuzione previdenziale ed integrativa, il fondo sanitario integrativo, la maturazione dei ratei delle ferie. "Ancora una volta il settore - commentano i segretari generali di First Cisl, Fabi, Fisac, Uilca e Unisin Riccardo Colombani, Lando Sileoni, Giuliano Calcagni, Massimo Masi e Emilio Contrasto- ha elaborato con senso di responsabilità e attenzione una risposta a tutela delle lavoratrici e lavoratori rispetto a questa fase inedita per tutte e tutti"
Positivo anche il giudizio dell'Abi: "L'accordo - sostiene il presidente del Comitato per gli affari sindacali e del lavoro Salvatore Poloni - conferma la volontà comune di Abi e sindacati di gestire in modo condiviso e costruttivo ogni fase dell’emergenza, con prioritaria attenzione alle persone che lavorano e a creare le condizioni per poter garantire il sostegno all’economia del paese, anche nella prospettiva del riavvio delle attività produttive".
È un fatto che, dopo le schermaglie che hanno segnato la fase iniziale del confronto sulla gestione dell'emergenza, tra le sigle del credito e l'associazione bancaria il dialogo abbia prodotto prodotto i suoi frutti.
L'intesa sul Fondo di solidarietà è solo l'ultimo tassello del mosaico di misure con cui le parti si sono impegnate a gestire i problemi di sicurezza nei confronti tanto dei lavoratori che della clientela. Il punto di riferimento resta il Protocollo firmato il 16 marzo, che non a caso Abi e sindacati hanno deciso di portare a conoscenza del presidente della task force per la fase 2 Vittorio Colao. L'obiettivo è contribuire a definire un quadro di condizioni di massima sicurezza - tra le quali rientra l'obbligo di prendere appuntamento per fruire dei servizi, già adottato anche da alcune ordinanze regionali- per la ripartenza delle attività economiche.