ArcelorMittal ed ex Ilva hanno raggiunto oggi, presso il Tribunale di Milano, un accordo di base per negoziare la revisione del contratto originario di affitto e vendita degli stabilimenti e per l'operazione finanziaria di rilancio del polo siderurgico con base a Taranto. L'intesa, siglata nel giorno fissato per l'udienza "costituisce la base per continuare le trattative riguardanti un piano industriale per Ilva, incluso un investimento azionario da parte di un ente partecipato dal Governo", spiega Arcelor Mittal Italia in una nota. Il nuovo piano industriale prevede investimenti in tecnologia verde da realizzarsi anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati. I negoziati proseguiranno fino a gennaio 2020.
"ll Governo italiano, alla luce dell’interesse strategico nazionale delle attività di Ilva - si legge nella premessa del protocollo di intesa - è fortemente impegnato a preservare il business come impresa corrente e gli attuali livelli di occupazione sulla base e coerenti con il nuovo piano industriale attualmente in discussione tra le Parti, che mira a produrre circa 8 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2023". Il giudice nel disporre il rinvio dell’udienza al 7 febbraio ha dato termine ai legali dell'ex Ilva e alla Procura di Milano di depositare le loro memorie di replica fino al 20 gennaio. Gli avvocati del gruppo franco indiano, invece, potranno eventualmente depositare le loro controrepliche entro il 31 gennaio. "Siamo sempre disponibili al confronto ma in un mese ribaltare gli assunti di queste premesse che non vanno, ci sembra un'operazione tutta in salita". Così Marco Bentivogli, leader Fim, commenta il pre accordo sulla base del quale si svilupperà la trattativa tra sindacati e Am.Investco. "Per noi - prosegue - resta inoltre confermato il rifiuto di un piano industriale che contenga esuberi. Quelle di oggi infatti ci sembrano solo linee guida molto simili a quel piano industriale già presentato dal ministro Patuanelli nell'ultimo incontro al Mise e su cui abbiamo dato un giudizio negativo".
"Ci auguriamo che l’accordo ci sia, sono mesi che lavoriamo per evitare che l’Italia perda l’acciaio. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ieri a Genova. Qualsiasi soluzione salvi l’acciaio e l’occupazione la vediamo con favore. Su Genova non siamo disponibili a accettare nessuna riduzione di organico - conclude - ha già pagato il prezzo che doveva pagare".