Il 20 maggio 1999, alle 8 circa del mattino, Massimo D’Antona, giuslavorista, al tempo, consigliere del ministero del Lavoro, veniva ucciso in un agguato terroristico, rivendicato dalle Nuove Brigate Rosse. Il bersaglio dell’azione terroristica era mirato a colpire il giurista, collaboratore del Ministero del Lavoro, impegnato in un contesto di riforma e ristrutturazione del mercato del lavoro. Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, lo ricorda stamane sulla pagina Facebook del sindacato. "A diciassette anni dal tragico assassinio di Massimo D'Antona, - sottolinea in particolare la leader di Via Po - i suoi scritti ed il suo insegnamento rimangono un punto di riferimento importante e significativo per la Cisl e per tutto il mondo del lavoro. D'Antona restera' sempre per tutti noi l'esempio di un servitore dello Stato, un riformatore attento alle dinamiche sociali, sempre aperto al dialogo con il sindacato, un giuslavorista serio e preparato ucciso barbaramente dalle brigate rosse per aver indicato al nostro paese la strada della concertazione e di una necessaria ed ampia coesione sociale e condivisione delle riforme economiche e del lavoro per una societa' piu' equa e piu' giusta".