Domenica 8 settembre 2024, ore 1:57

Industria

Stellantis: per Mirafiori un modello di largo consumo

Con le dichiarazioni di Tavares, le fabbriche sono tornate al centro dell’attenzione: gli stabilimenti si trasformano, ma non si chiudono. Le parole però devono essere accompagnate da scelte concrete, in particolare per Mirafiori che non può perdere la missione produttiva. Accanto alla 500 elettrica deve essere destinato a Torino un modello di largo consumo. Non importa di quale marchio. Va bene anche uno di casa Opel o Peugeot”. Lo ha sottolineato Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl, partecipando, a Torino, all’assemblea dei delegati Fim di tutti i siti italiani di Stellantis. “Ci aspettiamo che la partenza incentivi, che dovrebbero diventare operativi entro fine marzo, aiutino a rafforzare la missione produttiva di Mirafiori”ha ribadito Uliano, incontrando i giornalisti nella sede regionale della Cisl. Il segretario nazionale Fim Uliano ha parlato anche della necessità di affrontare il problema dei gap da recuperare rispetto ad altri Paesi, ad esempio sui costi dell’energia, che in Italia sono più alti del 40% di quelli della Spagna e ha ricordato che nell’indotto auto sono a rischio in Italia 30 mila posti di lavoro. 

Il segretario generale della Fim torinese, Rocco Cutrì, ha osservato che “c’è attesa per vedere l’effetto sul mercato americano delle vendite della 500, e che bisognerà aspettare il primo semestre 2024”. Al centro del dibattito anche il tavolo convocato per martedì 20 febbraio dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. “Abbiamo chiesto all’amministrazione un cambio di passo - ha evidenziato il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco - sulle crisi che sta vivendo il territorio. Manca una visione strategica di sviluppo e Torino sta vivendo un declino da punto di vista industriale. Dobbiamo capire perché questo territorio non è competitivo. Una causa è senza dubbio il costo dell’energia”.

Se non proprio il sereno, anche nel capoluogo piemontese torna un po’ di fiducia e speranza dopo le ultime dichiarazioni del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, rilasciate durante la presentazione alla stampa dei conti record del gruppo che ha fatto segnare un utile netto di 18,6 miliardi di euro, con una crescita dell’11%. “Nessuno stabilimento italiano di Stellantis è a rischio - ha detto Tavares ai giornalisti. Anche Pomigliano e Mirafiori hanno un futuro perché arriveranno nuovi modelli, anche se non si può ancora dire quali. La Panda sarà sostituita”. Parole chiare, che buttano acqua sul fuoco delle polemiche delle scorse settimane. Soprattutto nei confronti dell’esecutivo di Giorgia Meloni, l’amministratore delegato di Stellantis ha usato toni più morbidi e amichevoli. “Siamo grati al governo per gli incentivi - ha detto Tavares -. I consumatori ne trarranno beneficio. Condividiamo l’obiettivo di produrre un milione di veicoli entro il 2030 e lavoreremo fianco a fianco con il governo. Se continueremo a tenere questo ritmo di crescita (10%) potremo raggiungere l’obiettivo prima del 2030”. L’ad ha anche smentito qualsiasi operazione di fusione: “Non abbiamo trattative in corso su nulla che assomigli a una fusione. Certamente non ci sono operazioni allo studio con Renault. Si è trattato di una pura speculazione”. 

I sindacati hanno accolto con soddisfazione la notizia del premio ai dipendenti e le rassicurazioni sul futuro degli stabilimenti, ma continuano a chiedere indicazioni sui modelli. “Le dichiarazioni di Tavares sono positive - ha affermato Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl -, ma servono scelte precise sui nuovi modelli nei vari plant italiani per raggiungere l’incremento di un terzo delle attuali produzioni. È ora che dalle parole si passi agli atti, quindi che ci sia un incontro con la presidente del Consiglio, Tavares e i sindacati per aprire un confronto che porti a un accordo che garantisca investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi modelli e tutela dell’occupazione”.

Rocco Zagaria

( 16 febbraio 2024 )

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