E' il motto con il quale i lavoratori sono giunti oggi a Roma e hanno presidiato il Ministero per le Imprese e il Made in Italy a Roma mentre era in corso l’incontro tra la multinazionale Usa dell'elettronica e i sindacati. “Incontro che non ha prodotto nulla di nuovo se non la rilettura nel dettaglio del piano sociale che continua a non soddisfarci a cominciare dalla sua non praticabilità. Per questo abbiamo chiesto all’azienda di rivedere alcune condizioni che diano credibilità al percorso e al mantenimento del livello occupazionale” afferma Pino Scala, segretario della Fim di Caserta. Tutto quindi rinviato al 2 settembre per dar modo all’azienda di valutare le richieste dei sindacati. La proposta di cessione dell'attività e dei 419 dipendenti alla Tme Assembly Engineering srl, nuova società costituita dalla Tme, azienda di Portico di Caserta, e da Invitalia, del Ministero Economia e Finanze va avanti ma continua a non piacere ai sindacati. Così come il piano sociale o detto anche di mitigazione, previsto dalla legge 234 del 2021, la normativa varata durante il periodo del Covid per rendere più complicato il disimpegno dal territorio italiano alle aziende con 250 dipendenti e presentato nei giorni scorsi dalla Jabil, che contiene l'ipotesi di soluzione alternativa ai licenziamenti e alla chiusura dello stabilimento. Piano fortemente contestato dai lavoratori che non si fidano affatto di altri piani di reindustrializzazione realizzate da Jabil con aziende cui ha ceduto i suoi dipendenti, considerato le precedenti soluzioni di Orefice Group e Softlab. Proprio nei giorni scorsi attraverso un comunicato i delegati sindacali aziendali hanno scritto a chiare lettere che “nulla è fatto”, e che “come discusso nelle assemblee, anche in presenza delle Segreterie Nazionali, ogni step di discussione sarà condiviso con l'intera platea dei lavoratori. Al momento le uniche documentazioni prodotte sono quelle aziendali, nelle quali si prospettano percorsi che le organizzazione sindacali hanno sempre rigettato con forza. La preoccupazione resta massima, verificata proprio la completa inadeguatezza di tale piano, e restiamo convinti di poter illustrare alle Istituzioni le motivazioni per le quali Jabil possa restare sul territorio casertano e rilanciare il sito attraverso commesse e misure a loro sostegno”. Ma la multinazionale americana rimane ferma sulla decisione di andare via da Marcianise e dall’Italia nel marzo del 2025. L'operazione dovrebbe completarsi entro il settembre prossimo. Per la multinazionale quella di Tme, presente da 15 anni sul mercato con “un core business fondato sulla realizzazione di mezzi di collaudo e servizi di progettazione HW e SW (Hardware e Software)”, potrebbe essere l’unica soluzione possibile e in grado di raggiungere la piena competitività e la piena occupazione in tre anni, periodo nel quale, sempre secondo l’azienda, si avrebbe un'azienda completamente strutturata che avrebbe la possibilità di presentarsi sul mercato in maniera competitiva e con un grosso valore aggiunto nella fornitura dei servizi”. “Abbiamo spiegato ai lavoratori - afferma il segretario provinciale della Fim di Caserta, Pino Scala - quali sono i criteri della legge 234/21, quali sono le condizioni che si possono verificare e che consentono di avere del tempo avanti per realizzare un percorso concreto per l’azienda. Qualsiasi piano sarà presentato lo sottoporremo all’attenzione dei lavoratori per decidere se accettarlo oppure rifiutarlo”.
Raffaella Cetta

( 23 luglio 2024 )