Un percorso in salita e ancora non ben definito quello per Acciaierie d’Italia. Dall’incontro a Palazzo Chigi tra il sottosegretario Mantovano e i Ministri Urso, Calderone, Fitto, Pichetto Fratin e i segretari generali di Fim Uliano, Fiom De Palma, Uilm Palombella emergono alcune novità ma è ancora tutto da verificare. La prima notizia annunciata al ministro Urso è che al momento ci sono sei manifestazioni di interesse: 2 indiane, 1 canadese, 1 ucraina e 2 italiane.

Il ministro Picchetto Fratin ha comunicato che l’iter riguardante l’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) è stato messo in marcia a giugno e seguirà l’iter ordinario compresa la conferenza dei servizi. La cassa integrazione - ha detto il commissario Quaranta - riguarderà il periodo luglio 2024-giugno 2026, periodo necessario per mettere in marcia i tre altoforni e arrivare a 6 milioni di tonnellate. Nel frattempo - fa sapere il commissario - si sta lavorando all’ottemperamento del piano ambientale come da Dcpm 2017 per elevare la produzione fino a 8 milioni di tonnellate. La ministra Calderone ha ribadito l’importanza della ripartenza dei tre altoforni collegati però alla rotazione della cassa integrazione e alla formazione finalizzata alla transizione green degli impianti. 

La cassa integrazione potrà interessare fino a 5.200 lavoratori, numeri che scenderanno fino a 4.700 come dato di partenza della discussione. Questo perché al momento è in marcia solo l’Afo 4. Nella seconda parte di ottobre partirà l’Afo 1, mentre tra fine dicembre e inizio gennaio Afo 2. Stabilizzato Afo 2 a inizio anno verrà fermato Afo 1 per la manutenzione del crogiolo. E’ allora che si potrà rivedere al ribasso il numero di persone coinvolte nella cassa integrazione. Sarà quindi previsto un sistema di monitoraggio in merito sia ai numeri sia alla rotazione dei lavoratori in cassa accompagnato da un piano di formazione che coinvolgerà tutti i lavoratori. 

“Registriamo le difficoltà illustrate dai commissari rispetto alla ripartenza produttiva che si sono rilevate molto più complicate del previsto - ha affermato il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano - rispetto a questo comprendiamo la richiesta di cassa che necessariamente deve essere legata alla ripartenza degli impianti e all’andamento produttivo. Per noi è importante che anche il processo di formazione vada portato avanti parallelamente all’integrazione dell’ammortizzatore, questo valutando anche, non meno importante, gli impatti che l’andamento produttivo può avere sul sistema dell’indotto. Per quanto riguarda il bando di cessione - ha sottolineato Uliano - per noi è importante mettere al centro la tenuta di tutto il personale degli stabilimenti facenti parte del Gruppo compreso i dipendenti di Ilva in As. Vogliamo poi sapere - conclude il sindacalista - se nel piano di ripartenza è previsto l’acquisto di coils e bramme come richiesto dalla Fim nel precedente incontro al fine di far lavorare le persone degli impianti delle aree a freddo”.
“Ora - aggiunge il segretario nazionale Fim, Valerio D’Alò - valuteremo se quanto discusso oggi e da noi proposto a più riprese sarà assunto dalla discussione sulla Cigs e se ci saranno i presupposti per una discussione concreta anche degli ammortizzatori sociali”.

Sara Martano
 

( 24 luglio 2024 )