Far coincidere il diritto alla salute con la sanità pubblica. Per realizzare questo obiettivo è stato firmato a Bologna il protocollo tra d’intesa tra la Conferenza territoriale sociosanitaria metropolitana, (organo che riunisce sindaci, distretti e assessorati regionali a Salute e Welfare), e Cgil-Cisl-Uil (con pensionati e categorie) sulle relazioni sindacali.
Oggi più che mai il sistema ha bisogno di essere rafforzato e rilanciato anche per le falle di bilancio causate dalla pandemia e non ancora sanate dai fondi nazionali. Inoltre va allontanato il rischio di privatizzazione, condividendo con le istituzioni ogni progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera. Bisogna assumere più personale pubblico e per questo - notano i firmatari dell’accordo - serve una nuova "iniezione di risorse". Occorre potenziare i distretti sanitari; le possibili fusioni o integrazioni di ospedali di aziende sanitarie sull'asse Bologna-Imola, delle quali si parla molto in questo periodo, restano sullo sfondo, ma andranno chiarite, prima o poi, anche relativamente agli effetti sul personale.
L'accordo rinnova quello precedente, del 2014, e stimola ad una programmazione condivisa, verso l'approvazione del nuovo Atto di indirizzo e coordinamento triennale, anche in materia di anziani, disabili e caregiver.
"Confronto, condivisione e collaborazione" con le istituzioni "sono indispensabili per affrontare oggi tematiche complesse come quelle sanitarie e sociosanitarie", evidenzia la vicepresidente della Ctssm, Erika Ferranti.
Gianni Monte della Cgil sprona a rilanciare il sistema pubblico e non esclude anche "azioni conflittuali per avere più personale".
Alberto Schincaglia della Cisl di Bologna e Imola ricorda, ad esempio, che "sono solo cinque le Case di comunità previste, non rinunceremo alla sesta nel quartiere Santo Stefano e a quella di Monte San Pietro".
Michele Bertaccini della Uil Emilia-Romagna assicura, infine, che "il momento è estremamente difficile e questa firma rappresenta un buon punto di partenza per non fermarsi all'esistente".
Sullo sfondo, ma fino a un certo punto, tiene banco la vicenda fusioni-integrazioni. I sindacati ricordano che non è uscito ancora alcun documento condiviso, da parte del gruppo di lavoro incaricato. "Non decidiamo comunque noi, ma seguiremo la Regione su priorità e indirizzi. Serve una legge dello Stato - concludono - che ancora non c'è.
Ce.Au.