"Nel mondo sono 150 milioni i bambini fra i 5 e i 14 anni coinvolti nel lavoro minorile, nei Paesi più poveri quasi un bambino su quattro: 150 milioni di storie di infanzie negate". A ricordarlo è Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia, in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile. “Un’occasione importante per sensibilizzare le opinioni pubbliche su questo tema, a volte sottovalutato, e sollecitare da parte degli Stati e degli organismi internazionali programmi e misure adeguate per affermare irrinunciabili principi di civiltà, quali il diritto dei bimbi a vivere la loro infanzia”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato come la Giornata di quest'anno sia, in particolare, dedicata all'impatto dei conflitti e degli eventi disastrosi sull'espansione del lavoro minorile. ”Le dimensioni dei flussi migratori già mostrano le terribili conseguenze delle guerre, delle carestie, della desertificazione dei territori, dei mutamenti climatici che producono catastrofi e impoveriscono popoli interi”, ha detto Mattarella. "Tra gli effetti di questi fenomeni - ha aggiunto il Capo dello Stato - c'è spesso anche lo sfruttamento dei bambini, talvolta il loro arruolamento come soldati, la costrizione in condizioni di schiavitù oppure di sottomissione a bande criminali. Liberare queste vite da un giogo insopportabile costituisce un impegno imprescindibile. Lo sfruttamento del lavoro minorile e la privazione della libertà dei più giovani va bandita in ogni parte del pianeta”, ha scandito il Presidente della Repubblica.
Dati Unicef alla mano, la più alta percentuale di bambini lavoratori si trova in Africa subsahariana (il 28% di quelli tra i 5 e i 14 anni), Africa centrale e dell'ovest (quasi il 28%), Africa dell'est e del sud (26%). In Medio Oriente e Nord Africa e in Asia orientale e nel Pacifico, il 10% dei bambini che fanno parte di questa fascia d'età svolgono lavori potenzialmente dannosi rispetto al 9% dei bambini in America Latina e nei Caraibi. Le bambine hanno molte più probabilità di essere coinvolte nei lavori domestici: secondo un recente rapporto, quelle tra i 5 e i 14 anni impiegano il 40% in più di tempo, o 160 milioni in più di ore al giorno, in lavori domestici non pagati e nella raccolta di acqua e legna da ardere rispetto ai bambini della stessa fascia di età.
"Anche nei Paesi dotati di maggiori risorse - ha avvertito però Mattarella - non va comunque mai abbassata la guardia, perché il lavoro minorile può affacciarsi tra le pieghe delle crisi, delle disuguaglianze sociali e delle forme di marginalità". "L'abbandono scolastico è spesso il campanello d'allarme più sensibile a segnalare fenomeni di lavoro minorile. La scuola è un fondamentale presidio di diritti, che occorre sempre far funzionare al meglio. I bambini sono il nostro futuro: la loro crescita libera e dignitosa è condizione della speranza dell'umanità", ha concluso il capo dello Stato.