"La rabbia degli agricoltori è multifattoriale, vediamo che non viene espressa necessariamente per gli stessi motivi in un Paese o in un altro. Ciascun Paese deve quindi essere in grado di affrontare e fornire risposte alle legittime aspettative degli agricoltori". Questa la linea del vicepremier e ministro dell' Agricoltura del Belgio, David Clarinval, alla guida della presidenza di turno Ue, al suo arrivo al Consiglio Ue Agricoltura. "A livello europeo dobbiamo senza dubbio cercare di tenere maggiormente conto degli elementi costitutivi dell' agricoltura, ovvero del fatto che l' agricoltura deve innanzitutto fornire cibo in quantità e qualità e soprattutto una remunerazione significativa per gli agricoltori", ha osservato Clarinval, evidenziando che si tratta di elementi a volte forse troppo poco posti e sui quali bisogna dialogare per consentire agli Stati di dare risposte alle diverse domande.
Resta un dato di fatto: un asse di 12 Paesi, guidato da Italia, Francia e Austria, è pronto a chiedere all’Unione europea un supplemento di indagini sulla carne coltivata prima che l’Autorithy Ue per la sicurezza alimentare o un’altra istituzione comunitaria prendano qualsiasi decisione in merito. La richiesta è contenuta in una nota che i 12 hanno preparato in vista del Consiglio Ue dell’Agricoltura che si è svolto ieri a Bruxelles, a cui parteciperà anche il titolare del dicastero italiano, Francesco Lollobrigida.
"In tutto il mondo sono emerse alcune nuove pratiche di produzione alimentare basate su cellule artificiali coltivate in laboratorio - si legge nel testo - tuttavia queste pratiche rappresentano una minaccia agli approcci primari basati sull’agricoltura e ai metodi di produzione alimentare genuina che sono al centro del modello agricolo europeo. Lo sviluppo di questa nuova produzione alimentare coltivata in laboratorio solleva molte domande che devono essere discusse approfonditamente tra gli Stati membri, la Commissione, le parti interessate e il pubblico in generale".
Una consultazione pubblica sulla carne coltivata Il documento inviato all’Ue è stato redatto dalle delegazioni italiana, francese e austriaca e sostenuto da quelle di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia. L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad approvare una legge che vieta espressamente la produzione e la commercializzazione di carne coltivata. Dal canto suo, la Commissione europea ha ricordato che "non è stata ancora ricevuta alcuna domanda di autorizzazione, ai sensi della legislazione sui nuovi alimenti.
E se una domanda di autorizzazione dovesse essere presentata, sarà l’Efsa a valutare", cioè l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. I Paesi firmatari del documento chiedono però che, prima di qualsiasi autorizzazione al commercio, la Commissione avvii una consultazione pubblica sulla carne coltivata in laboratorio e conduca una valutazione d’impatto.
Rodolfo Ricci