Sono 15 milioni e 306.007 i lavoratori dipendenti nel settore privato (esclusi operai agricoli e domestici): si tratta di un aumento del 4,1% rispetto al 2016. Secondo i dati dell'Osservatorio Inps, gli operai rappresentano il 55,6% del totale essendo 8.509.445, contro il 36,9% degli impiegati, il 3,4% degli apprendisti e il 3,0% dei quadri. Nel quadro dirigenziale, vi sono 122.400 figure di questo tipo che rappresentano lo 0,8%. e lo 0,8% dei dirigenti. Aumentano gli apprendisti. Rispetto al genere, i lavoratori maschi rappresentano il 57,5%. Ma la retribuzione media annua nel 2017, pari a 21.535 euro nel complesso, risulta molto differenziata sia per età sia per genere. In particolare aumenta al crescere dell’età ed è costantemente più alta per il genere maschile. Il differenziale retributivo per età è strettamente connesso alla presenza di lavoro stagionale o a termine, rilevante soprattutto nelle classi di età più giovani. Il differenziale retributivo per genere, invece, sembra più correlato alla maggiore presenza di lavoro part time tra le femmine.
Boom dei lavoratori intermittenti nel 2017 soprattutto grazie alla cancellazione dei voucher: nell’anno il numero di lavoratori dipendenti intermittenti con almeno una giornata retribuita nell'anno è stato pari a 534.698 con una crescita dell'80,9% rispetto al 2016 interrompendo un trend negativo iniziato nel 2013. Questo andamento ”è effetto soprattutto della necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire da marzo 2017 e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale”. A livello territoriale circa i due terzi dei lavoratori intermittenti lavorano nelle regioni del Nord. Nell'ultimo anno il Sud è la zona che presenta il maggior incremento rispetto al 2016 (+120,1%). In flessione, nel 2017, il numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (che includono anche gli apprendisti, salvo una piccolissima quota classificata tra gli stagionali): secondo l'Osservatorio Inps, sono stati 11.406.556 lavoratori più del 74,5% del totale in leggera flessione rispetto al 2016 (-1,7%),con una retribuzione media annua di euro 25.676 e 277 giornate medie retribuite. In forte crescita invece il numero dei lavoratori con contratto a tempo determinato (+27,8%) e stagionale (+12,3%) dovuta in buona parte all'abolizione dei voucher (da marzo 2017).
La distribuzione per mese e per tipologia contrattuale mostra che i contratti a tempo determinato presentano dei picchi in corrispondenza dei mesi di giugno, ottobre, novembre e dicembre mentre raggiungono il minimo nel mese di gennaio; il numero massimo di contratti a tempo indeterminato si raggiunge nel mese di giugno; il lavoro stagionale, invece, si concentra particolarmente nei mesi estivi, tra giugno e settembre.
Al Nord si guadagna fino a 10 mila euro in più rispetto al Sud. Il divario risulta anche dai valori più bassi del numero medio di giornate retribuite nell'anno.
Una quota ancora significativa di lavoratori dipendenti è impiegata nel settore manifatturiero per un totale di 3.770.529 lavoratori (24,6%).