Venerdì 3 gennaio 2025, ore 1:48

Mostre

Il disegno espressione primaria del sapere

di ELIANA SORMANI

Dopo 38 anni di assenza da Milano Valerio Adami ritorna nel capoluogo lombardo grazie ad una ricca antologica allestita presso Palazzo Reale dal 17 luglio al 22 settembre 2024. Un omaggio, per festeggiare i sessantacinque anni di carriera, ad un grande protagonista vivente dell’arte contemporanea italiana, di fama internazionale, la cui vicenda biografica è strettamente legata alla storia della metropoli lombarda.

La mostra, che fa parte del progetto “Maestri a Milano” inaugurato ormai da una decina di anni per omaggiare tutti coloro che hanno contribuito a rendere Milano la città che è oggi, curata da Marco Menguzzato con il coordinamento generale di Valeria Cantoni Mamiani (presidente dell’Archivio Valerio Adami), ripercorre l’intera carriera artistica del pittore a partire dalle prime opere del 1957 fino alle ultime opere di recente composizione, con una particolare attenzione agli ultimi suoi 40 anni di produzione. La sua pittura in cui pop art e surrealismo vengono sintetizzati attraverso un lavoro di scomposizione e ricomposizione degli oggetti che avviene attraverso la stesura di una gamma di colori piatti e molto accesi delimitati da linee nere molto marcate, è una pittura soprattutto “intellet tuale” che presenta una complessa stratificazione di idee per i continui rimandi filosofici e letterari nascosti dietro ad una rappresentazione apparentemente semplice e ad una figurazione oggettiva. La selezione degli oltre settanta grandi quadri e dei cinquanta disegni presenti in mostra è stata fatta con l’obiettivo di evidenziare due aspetti fondamentali della produzione dell’artista: il ritratto, a cui in mostra è dedicata un’intera sezione e il disegno, che in mostra spesso accompagna le grandi tele. Il disegno, che ancora oggi ogni giorno egli esegue nella sua casa sul lago Maggiore, permette al visitatore di penetrare il suo universo concettuale, un universo visivo in cui la conoscenza del mondo passa proprio attraverso il suo tratto. Un mondo che egli guarda attraverso una visione ampia sia del passato come della contemporaneità e che ha raggiunto prendendo linfa vitale da una molteplicità di discipline linguistiche come la poesia, la musica, la filosofia, che egli ha approfondito grazie anche agli incontri personali con numerosi intellettuali del Novecento come Octavio Paz, Italo Calvino, Jacques Deridda, Luciano Berio, Antonio Tabucchi, Jean Francois Lyotard e che ha arricchito attraverso le molteplici esperienze di viaggio svolte in tutto il mondo.

Nato a Bologna nel 1935, ma cresciuto a Milano, Adami si forma a Brera sotto la guida di grandi maestri del Novecento italiano come Achille Funi, Felice Carena, e Oskar Kokoschka incontrato a Venezia. A partire dai primi anni Sessanta insieme alla moglie Camilla Cantoni Mamiani, a sua volta artista, inizia una vita di viaggi che lo porterà a vivere e a lavorare in diverse città europee, negli Stati Uniti, in particolare a New York, in America Latina, in Israele, in India stringendo nuove amicizie e creando una cerchia di intellettuali intorno a lui con i quali alimenta un reciproco e continuo scambio di idee che poi concretizza nelle sue composizioni, a partire dai disegni per arrivare alle tele prevalentemente dalla grandi dimensioni. 

Il disegno per lui è espressione primaria del sapere, attraverso linee, colori e persino cancellature che segnano gran parte delle opere, come si vede in mostra soprattutto nei disegni degli anni Ottanta in cui il cancellare significa levare di mezzo l’ininfluente, tanto da farci capire che tutto il suo percorso è indirizzato “a dare un ordine alle cose” teso a ridurre all’unità, che in fondo coincide con il senso della classicità che lui sta costantemente cercando, come se desiderasse che i suoi quadri fossero una memoria per il futuro, con uno sguardo non rivolto al passato, ma in cui il passato attraverso le svariate forme di mito (dal mito classico, al mito della letteratura, al mito di New York o a quello dell’oggetto) si riconosce nel mondo di oggi, come ci dice con il quadro volutamente didascalico “Enea che porta sulle spalle Anchise” in cui Enea è un’erma che porta sulle spalle il vecchio padre Anchise rappresentato come un signore borghese, per condurlo verso un tempietto con la scritta Hollywood. Nessun rimpianto dunque ma un nuovo riconoscimento del passato nel contemporaneo.

Se il colore è il primo elemento delle opere di Adami che abbaglia il pubblico identificandone il suo stile, un colore vivace dalla campitura piatta e dalle linee di contorno nere, riprese dalla pop art, che ad un primo sguardo ricordano la pittura americana di Roy Lichtenstein, ma con la quale non ha in realtà nulla concettualmente da condividere, a partire dagli anni Settanta la sua arte va concentrandosi sulla narrazione, una narrazione legata alla lettura della realtà contemporanea che si unisce alla ripresa dei miti del passato in cui sono presenti eros e thanatos, una pulsione alla vita e alla morte, di cui la nostra cultura è permeata.

La mostra milanese, allestita al primo piano di Palazzo Reale e visitabile gratuitamente, segue cronologicamente il percorso biografico e artistico del pittore a partire dalle prime due sale in cui sono collocati i suoi lavori dagli esordi, a partire da “La giostra” composta nel 1957, fino alla fine degli anni 1960.

E’ subito evidente come Adami si discosti dall’ arte informale e dall’Astrazione, tendenze dominanti la sua generazione, appena uscita dall’esperienza della guerra e alla ricerca di nuove forme di pittura, alla ricerca piuttosto di una pittura che si muova nello spazio del quadro avendo come riferimenti Bacon, Matta ma anche la tavola espressionista di Kokoschka. Nasce così la serie dei suoi “fondi neri”, presto però superata dall’incontro con il colore che diventa il tratto distintivo di tutto il suo lavoro fino ad oggi, come lui dichiara nei suoi taccuini “il disegno è il destino del colore e il colore il destino del disegno”. Nel 1966 si trasferisce a New York dove con la macchina fotografica inizia a catturare una serie di squarci della vita metropolitana americana che insieme a immagini tratte da giornali, riviste e libri diventano per lui un archivio visivo a cui attingere per tutte le sue opere future. In mostra sono presenti ad esempio “La vetrina” o il trittico “Latrine in Times Square”, espressioni della sua visione agghiacciante della satolla società materialistica e consumistica americana, in cui è evidente l’influenza del suo approccio sia con la fotografia come con il disegno. L’iconografia dei fumetti americani entra in questo momento a far parte del suo linguaggio compositivo, nonostante non sia appassionato di questo genere, ma gli torna utile per potenziarne la struttura delle sue opere e accentuarne l’effetto sonoro come ad esempio nell’o pera del 1962 “Swing” esposta in mostra .

A partire dalla metà degli anni Settanta anni, a cui è dedicata la terza sala della mostra (con

un apertura verso gli anni Ottanta), la figura umana entra sempre con maggior forza nella pittura di Adami, e nei suoi quadri iniziano ad apparire volti, figure umane, divine e animali e molteplici si fanno i riferimenti alla memoria pittorica neoclassica di cui egli si ritiene erede definendosi “nato da una costola di Raffaello” .

Nel 1971 inaugura anche la serie dei suoi dipinti politici, tra cui “Attentato 1” e “Attentato 2” all’interno dei quali stempera l’e mozione dell’evento usando colori tenui e linee controllate, e questo come lui stesso dichiara per “esprimere l’atemporalità” permettendo al mondo classico di curare le sue angosce. Anche la scrittura diventa in questo periodo parte integrante dei suoi quadri “parola, rebus, scrittura forma& contenuto che discute con il colore per contendersi il dominio del senso”. Sono anni questi in cui inizia anche il suo dialogo con la psicoanalisi e la filosofia che lo portano a dipingere i grandi ritratti tra cui “Doct. Sigm Freud” è un’alba. Proprio esclusivamente ai ritratti è dedicata la quarta sala di carattere non cronologico ma per l’appunto tematico. Volti di filosofi, musicisti, poeti e scrittori che sono stati per lui maestri di vita e di arte diventano i suoi soggetti preferiti da Wagner a Nietzsche, da Leopardi a Berio.

Le sale successive sono dedicate alle opere prodotte dopo il 1986, anno di allestimento dell’ultima sua mostra a Milano, come per continuare idealmente la mostra di allora oltre che per evidenziare la fecondità del lavoro di Adami e i riconoscimenti internazionali da lui ottenuti in particolare attraverso le importanti committenze pubbliche ricevute dallo stato Francese, ma non solo. Sono anni questi in cui insieme alla moglie compie moltissimi viaggi e in cui la sua casa di Parigi e la sua residenza italiana di Meina si riempiono di intellettuali provenienti da tutto il mondo con cui interagisce e condivide idee e progetti come la costituzione della Fondazione Europea per il disegno.

Uno stretto passaggio tra le sale, esteticamente molto affascinante, completamente tappezzato di recentissimi ritratti ideali che l’artista ha compulsivamente realizzato negli ultimi mesi arricchisce la mostra e introduce nelle sale in cui trovano posto le grandi opere di recente produzione in cui i tratti tendono a farsi più decisi e spessi e i colori si accendono in maniera quasi espressionista, mentre i volti si frammentano e si complicano dimostrando tutta la problematicità del metodo dell’artista. La forma si allontana dalla visione neoclassica e tende ad una raffigurazione neo orfica come si evince dall’o pera conclusiva dell’allestimento “Sfinge” in cui una frase allude al mito secondo il quale la sfinge “Divora chi non sa rispondere al suo quesito”.

A rendere più coinvolgente il percorso una serie di fotografie, documenti e il documentario “Valerio Adami, il pittore di poesie” prodotto da Artery film con la partecipazione dello stesso Adami e di amici filosofi e artisti, permettono di entrare empaticamente e direttamente in contatto non solo il mondo del pittore, ma con tutta la realtà artistica del Novecento, di cui Adami è uno dei massimi interpreti.

Valerio Adami.Pittore di idee,  Palazzo Reale-Milano, 17 luglio-22 settembre 2024.

( 1 agosto 2024 )

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