Le aziende del ciclo idrico esteso contano oltre 92mila lavoratori con un tasso di crescita dell'occupazione quattro volte superiore alla media nazionale (il settore energetico conta 81mila occupati). Tramite l'attivazione delle catene di fornitura e subfornitura, si legge ancora nel Libro Bianco, il ciclo idrico esteso genera in Italia un valore aggiunto totale di 25,7 miliardi di euro. Per ogni euro di valore aggiunto generato dal ciclo idrico esteso, se ne attivano 1,8 aggiuntivi nell'intera economia. Anche nel settore dei servizi idrici il Paese è spaccato in due: se al Nord si concentra il 74% dei lavoratori del ciclo idrico esteso e il 60% delle 3.500 imprese totali del settore, al Centro e Sud rimangono rispettivamente il 12,6% e 12,8% degli occupati e il 15,8% e 26,2% delle imprese. La gestione pubblica dell'acqua affidata ai singoli enti territoriali, dal valore complessivo di solamente 491 milioni di euro, è una prerogativa del Sud Italia e delle Isole.
Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico hanno raggiunto i 64 euro annui per abitante nel 2022, con una crescita del 94% rispetto al 2012 (circa 33 euro per abitante), l'anno di avvio della regolazione Arera. Valori che si avvicinano progressivamente alla media europea degli ultimi cinque anni, pari a 82 euro per abitante.
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita delle tariffe del servizio idrico, anche se quelle italiane rimangono tra le più basse d'Europa. La bolletta dell'acqua nel 2023 è stata di 478 euro in media, in crescita del 4% rispetto al 2022 e del 17,7% negli ultimi 5 anni. Ma non si arresta neanche la dispersione idrica che nei capoluoghi di provincia in Italia è pari in media al 36,2% e raggiunge il 42,2% sul territorio italiano. Il valore degli investimenti sostenuti dalla tariffa è aumentato fino a circa 4 miliardi l'anno. Il Pnrr sta dando un impulso significativo, grazie anche alle risorse aggiuntive derivanti dalla recente rimodulazione del Piano, che ha permesso di stanziare circa 1 miliardo di euro aggiuntivi, destinati alla riduzione delle perdite, oggi ancora elevate e mediamente pari a circa il 42% dell'acqua immessa in rete.
Il fabbisogno di settore è stimato in almeno 6 miliardi l'anno: serviranno dunque risorse aggiuntive pari a circa 0,9 miliardi di euro l'anno fino al 2026, e pari ad almeno 2 miliardi di euro l'anno dopo la chiusura del Pnrr, per innalzare l'indice di investimento annuo e raggiungere i 100 euro per abitante, avvicinandosi così alla media di altri Paesi europei di dimensione simile all'Italia. Oltre alle risorse economiche è essenziale superare le residue criticità in tema di governancec. Circa il 95% della popolazione nazionale risiede in bacini dove l'affidamento è avvenuto in maniera conforme alla normativa pro tempore vigente: permangono comunque delle situazioni di criticità in Campania e in Sicilia.
E oggi è anche la Giornata internazionale delle foreste. Coprono il 31% delle terre emerse del Pianeta, ospitando circa l’80% della biodiversità terrestre, forniscono servizi essenziali per le nostre vite e svolgono un ruolo cruciale nella mitigazione del cambiamento climatico. Sono habitat preziosi che ci ricordano come era il mondo quando l'essere umano non aveva ancora preso il sopravvento. Solo negli ultimi 30 anni sono stati persi 178 milioni di ettari di foreste a livello mondiale, tre volte la superficie della Francia. Un fenomeno conseguenza delle nostre azioni e consumi, con un effetto a catena sulla crisi climatica globale. Oggi in particolare viene ricordata l’importanza di questo ecosistema per le nostre vite, alleato indiscusso anche nella lotta al cambiamento climatico.
Ma secondo una recente indagine ogni minuto vengono abbattuti circa 2400 alberi a livello globale, 144mila all'ora, oltre 3 milioni al giorno e più di 1 miliardo ogni anno.
La giornata di quest’anno è dedicata in particolare all’innovazione. Droni, satelliti e analisi dei dati raccolti stanno facilitando il monitoraggio e la gestione dei boschi, la lotta agli incendi e la salvaguardia degli ecosistemi.
In Italia, rilevano Coldiretti e Federforeste, il 38% della superficie nazionale è coperta da foreste che nel giro di un trentennio sono aumentate del 20% dimostrandosi però molto vulnerabili al degrado e agli incendi con i boschi che, a causa dell'incuria e dell'abbandono, sono diventati vere giungle ingovernabili. Con 11,4 milioni di ettari il nostro è dopo la Spagna il secondo grande Paese europeo per copertura forestale. Il lavoro di gestione sostenibile e pulizia dei boschi - sottolinea Coldiretti - è determinante per l'ambiente e la sicurezza della popolazione in particolare sul fronte della tenuta idrogeologica considerato che lungo la penisola più di 9 comuni su 10 (93,3%) sono a rischio per frane, smottamenti o alluvioni. Ma agricoltori e dei boscaioli sono anche importanti sentinelle contro gli incendi che devastano ogni anno centinaia di ettari di foreste con danni incalcolabili dal punto di vista ambientale ed economico per riparare i quali ci vogliono almeno 15 anni. Gli oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, che in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi in tutta Italia, sono la colonna portante di una filiera del legno e del mobile made in Italy minacciata però dalla concorrenza sleale delle importazioni straniere.
Sottolinea il segretario generale della Fai Cisl Rota: ”La Giornata Internazionale delle Foreste sia un'occasione non solo per riflettere sull'importanza dei boschi e sui pericoli della deforestazione, ma anche per agire concretamente valorizzando il lavoro idraulico-forestale come leva di sviluppo, contrasto ai cambiamenti climatici e recupero delle aree interne. La tutela delle foreste non passa per il loro abbandono ma, al contrario, per una forestazione produttiva in grado di connettere le filiere agropastorali e alimentari con quelle del legno, del turismo, dell'energia. Invece in tanti territori e regioni la politica continua a tenere ai margini gli operai idraulico-forestali negando loro le promesse stabilizzazioni contrattuali e il dovuto riconoscimento professionale. Ci auguriamo che in linea con la Legge sul ripristino della natura, approvata poche settimane fa dal Parlamento Europeo, l'Italia sappia dotarsi di un proprio piano nazionale guardando in primis a questa categoria di lavoratori e lavoratrici”. Annuncia Rota: ”Nell'ambito della nostra campagna ’Fai bella l’Italia’ il 4 maggio svolgeremo assieme a Coldiretti e Fondazione Symbola anche un'importante iniziativa nazionale abbracciando simbolicamente ciascuno degli oltre 4mila alberi monumentali d'Italia censiti in tutte le nostre regioni. Un patrimonio di inestimabile valore sia sul piano culturale e territoriale che paesaggistico e della biodiversità, con oltre 250 specie di alberi secolari censiti, che svolgono un ruolo determinante anche in chiave preventiva contro il dissesto idrogeologico. Il loro monitoraggio andrà implementato e aggiornato con il contributo di tutti, e le nostre ’tute verdi’ sono pronte a fare la propria parte insieme a ricercatori ed esperti, cittadini, associazioni locali e scuole”.
Giampiero Guadagni