Ancora prima dell’appello di Serra, la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola aveva scritto sui social: ”Di fronte ad una diplomazia Usa ridotta al bullismo, all'umiliazione, all'intimidazione di un Paese aggredito, l'Europa ha il dovere di svegliarsi e accelerare il percorso di unità. A partire proprio dal sostegno incrollabile all'Ucraina, dalla difesa della libertà e del diritto internazionale, dal farsi argine di un autocrate di nome Putin e delle mire di chi vorrebbe riportare il governo del mondo a mere logiche di potenza. A partire proprio dal sostegno incrollabile all'Ucraina, dalla difesa della libertà e del diritto internazionale, dal farsi argine di un autocrate di nome Putin e delle mire di chi vorrebbe riportare il governo del mondo a mere logiche di potenza”.
Annunciando la presenza della Cisl in piazza il 15 marzo, la numero uno di Via Po ha sottolineato: ”L'appello di Michele Serra a scendere in piazza per lanciare uniti questo grido, senza strumentalizzazioni, senza vessilli di parte, è più che opportuna: è necessaria e urgente. Lo spettacolo vergognoso andato in scena nello Studio Ovale venerdì, ha avuto quanto meno un effetto, costringendoci a fare i conti con il dato che il Vecchio Continente è solo. Nessuno sa come evolverà l'asse atlantico, che dal 1941 unisce le due sponde dell'oceano. Bisognerà continuare a crederci e costruire ponti ovunque sia possibile farlo. Di sicuro la vicenda Trump Zelensky ha suonato una sveglia potentissima non solo nelle cancellerie europee, ma anche tra i popoli di una comunità che ora rischia di restare schiacciata tra autocrazie sanguinarie, guerre commerciali, cultori delle logiche di potenza. L'Europa deve svegliarsi e deve farlo adesso. Questo è il momento di capire di che pasta siamo fatti. Tutti. Istituzioni e parti sociali, politica e partiti. Se siamo all'altezza di un ideale che perseguiamo dal 1950, che in questi decenni ha dato pace e prosperità, ha garantito stabilità e democrazia, ma che non è mai arrivato a un traguardo finale degli Stati Uniti d'Europa. La Cisl ci sarà. Senza bandiere, se non quella stellata dell'Unione, ma con le proprie idee. Quella di un'integrazione sociale, politica, economica, anche militare, che non può più aspettare. Quella di una coesione che richiede una nuova governance con il superamento del vincolo dell'unanimità, politiche integrate su industria, energia, servizi, la riforma di un patto di stabilità asfittico recessivo. Ma soprattutto con l'idea che bisogna dare voce a un popolo che è molto più avanti delle istituzioni che lo rappresentano. Che vive il sentimento europeo e percepisce il pericolo che questo progetto, che sogno non è, possa essere definitivamente distrutto da nuovi imperialismi esterni e da estremismi interni. Se questo accadesse sarebbe il buio. Perché questo non accada, dobbiamo lottare”.
E lunedì, intervistata da Radio 24, Fumarola è tornata sui rapporti con gli altri sindacati: ”Noi non abbiamo mai messo da parte il valore dell'unità sindacale. Abbiamo sempre detto e continuiamo a dire che noi ci muoviamo considerando metodo e merito. Non abbiamo aderito allo sciopero generale perché a luglio quando è stato proclamato non si conoscevano ancora i contenuti della manovra e noi non facciamo scioperi preventivi. Rispetto ai contratti pensiamo che vadano assolutamente rinnovati. Se ci sono gli elementi di merito sui quali noi possiamo ritrovarci, la strada è una strada che può essere condivisa, diversamente ognuno sceglierà la propria". Ribadisce Fumarola: ”Noi non abbiamo abbandonato il conflitto, noi lo utilizziamo quando serve, ma conflitto non significa antagonismo. Perché io credo che l'antagonismo non debba albergare nell'azione sindacale".
Giampiero Guadagni