Sono 4.287 gli alberi monumentali d’Italia, e quasi la metà, 2.107, si trovano in 962 piccoli Comuni. I comuni italiani con almeno un albero monumentale sono 1.548. Il primato spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui 209 nei piccoli comuni.
A scattare la foto di questo inestimabile patrimonio ambientale e paesaggistico è il rapporto “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024” promosso dalla Fondazione Symbola in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai-Cisl e AMI Alberi Monumentali d’Italia. Un patrimonio – ha sottolineato Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, alla presentazione del volume – che va custodito e valorizzato: il rapporto va in questa direzione, raccontando la relazione intima tra boschi, alberi, territori e comunità, legami profondi e radicati nei secoli che oggi, nel pieno della transizione verde, trovano nuova linfa e protagonismo per costruire insieme un futuro più a misura d’uomo”.
Tra larici, platani, abeti, gelsi, faggi, pioppi, sequoie e molte altre, sono più di 250 le specie di alberi monumentali censiti. Piante che svolgono un ruolo determinante anche in stretta connessione con un’agricoltura, come ha sottolineato il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, “diventata sempre più centrale nella protezione dell’ambiente, assicurando una costante manutenzione del territorio e una salvaguardia del paesaggio, sia in termini di tutela dal dissesto idrogeologico che di difesa delle sue bellezze e della sua biodiversità, di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica”. Un ruolo, quello dell’agricoltura, riconosciuto dalla Legge di Orientamento, che è stato ora rafforzato dalla nuova figura dell’agricoltore “custode”. “Oltre alla conservazione e valorizzazione delle produzioni locali, dall’allevamento di razze animali alla coltivazione di varietà vegetali – ha aggiunto Prandini – le aziende agricole sono diventate interlocutore qualificato delle pubbliche amministrazioni per la gestione del territorio, a partire proprio dalla difesa di formazioni vegetali e arboree monumentali”.
Questa pubblicazione – ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota – è in sintonia con la nostra campagna 'Fai bella l’Italia' per promuovere il patrimonio agroambientale valorizzando il lavoro delle tute verdi: il lavoro agroalimentare e ambientale è una leva determinante per creare nuova e buona occupazione, e la stessa attenzione riservata dal Presidente Mattarella a questo settore in occasione del Primo Maggio è un gran bel segnale che ci impegna tutti a valorizzare le professioni che connettono agricoltura, industria alimentare, tutela ambientale, prevenzione del dissesto idrogeologico: soprattutto, con il lavoro forestale – ha aggiunto il sindacalista – diamo gambe all'articolo 9 della Costituzione che ora riconosce anche la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi nell'interesse delle future generazioni, a maggior ragione dobbiamo valorizzare il settore qualificandone le professioni con formazione, tutele, diritti e adeguato reddito”.
Rossano Colagrossi