Nessun passo avanti nella trattativa per Whirlpool, anzi arriva la richiesta dell'azienda di aumentare gli esuberi da 1.350 a 2.060, con un taglio dunque del 30% dei dipendenti in Italia. Una richiesta "irresponsabile" per il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli il quale chiede al "Governo una risposta chiara e forte o lo scontro sarà inevitabile".
Bentivogli spiega che "anche il Ministro Guidi ha giudicato il piano inqualificabile sottolineando come alla vigilia dello sciopero generale del settore industria di Caserta, ci aspettavamo un quadro diverso e la conferma di una missione produttiva per Carinaro e una prospettiva industriale per None. La retromarcia innestata dall’azienda, rispetto ai già timidi spiragli della scorsa settimana, è irresponsabile e nella direzione opposta a quella che serve ad arrivare ad un accordo e merita una risposta forte di tutto il Governo, altrimenti la mobilitazione e lo scontro non potrà che aumentare".
Whirlpool "ha un comportamento inaccettabile, torni con un piano sostenibile. Chiediamo la presenza al tavolo di rappresentanti del board della multinazionale statunitense". Prosegue Marco Bentivogli ribadendo che l’azienda "si può scordare di mettere un terzo dei lavoratori fuori dal futuro dell’azienda, si sta giocando col fuoco, non staremo a guardare. Venerdì lo sciopero generale di Caserta e la mobilitazione di tutti i siti sono ancora più importanti".
"La nuova proprietà, la Whirlpool, deve farsi carico della parte degli accordi presi con Indesit per quanto riguarda la reindustrializzazione dell’area di None". Lo dichiarano Claudio Chiarle, segretario della Fim Cisl di Torino e Cristina Maccari della Fim di Pinerolo. "Abbiamo progetti avanzati di aziende che vogliono insediarsi sull’area - proseguono Chiarle e Maccari - assorbendo occupazione dell’ex Indesit ma Whirlpool non rispetta gli impegni presi, oltre a non realizzare nulla, si mette persino in pericolo il futuro delle aziende pronte a insediarsi. Inoltre occorre che l’Amministrazione e gli Enti Locali si impegnino ad agevolare, dal punto di vista burocratico e gestionale, tutti i processi e le autorizzazioni utili e necessarie a realizzare la reindustrializzazione del sito. Occorre mettere in campo un azione comune verso aziende e imprenditori, presenti sul territorio di None e limitrofo, affinchè si verifichi l’interesse e la disponibilità a riutilizzare l’area ex Indesit magari razionalizzando insediamenti produttivi già esistenti con l’impegno di riassorbire i lavoratori Indesit".
Carinaro è uno stabilimento che ha subito pesantemente in tutti questi anni una ristrutturazione dietro l’altra. Il governo, ha spiegato il leader della Fim, non deve incoraggiare le parti ad una mediazione, ma deve essere garante dell’accordo del 2013, che prevedeva non ammortizzatori sociali per Carinaro, ma attività industriali e lavoro.
AUDIO. La dichiarazione di Michele Zanocco, segretario nazionale Fim Cisl
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