"Contratto subito", è questa la richiesta che arriva dalle categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil, che hanno pronta la piattaforma per i rinnovi contrattuali "dopo sei anni di ingiusto blocco", spiegano in una nota unitaria alla vigilia della decisione che la Corte Costituzionale dovrà prendere proprio sulla legittimità del congelamento. Negli ultimi 10 anni la politica ha fatto di tutto per frenare il cambiamento nella Pa", sostengono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.
"Gli addetti - spiegano - sono scesi di 222 mila unità, si sono congelati contratti e carriere, in molte amministrazioni si è messo a rischio il salario accessorio. Solo dal 2011 i mancati rinnovi hanno portato nelle casse dello stato 8,7 miliardi di euro, ma la spesa pubblica è cresciuta di 27 miliardi". Per le sigle del pubblico impiego si tratta di "un bilancio fallimentare. Ma prima ancora di una strategia fallimentare: la riqualificazione della spesa e l’innovazione nei servizi si fanno solo con la contrattazione". Nel documento, che verrà discusso nelle tre assemblee di delegati e Rsu indette per l’inizio di luglio (1 luglio a Milano, 2 luglio a Roma e 3 luglio a Bari), viene proposto di «guardare a tutti i soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi, siano essi pubblici o privati. La chiave è arrivare per tutte queste realtà ad uno strumento unico: il contratto di filiera". Ecco che, scrivono, "vogliamo avviare un confronto tra le parti per arrivare, nell’arco di tre tornate contrattuali al massimo, a contratti per le funzioni centrali, i servizi locali, la sanità, i servizi socio-sanitario assistenziali in cui pubblico e privato convergano, promuovendo l’integrazione dei servizi ed eliminando il dumping tra lavoratori che svolgono le stesse funzioni".