Sciopero generale dei medici, ospedalieri e convenzionati, il 16 dicembre. A proclamare l'astensione dal lavoro di 24 ore le Organizzazioni sindacali di categoria, che "denunciano, in maniera unitaria, il grave e perdurante disagio causato ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Ssn, con l'unico obiettivo del risparmio economico, sempre meno legate all'obbligo di rispondere ai loro bisogni assistenziali secondo principi di equità, giustizia e
sicurezza". Le sigle "stigmatizzano la mortificazione del ruolo, dell'autonomia e delle responsabilità dei medici, il cui esercizio professionale di garanzia viene intimidito e limitato da norme e burocrazia, la subalternità del valore del lavoro dei professionisti che operano nel Ssn alla logica dei conti, l'assenza di politiche nazionali a favore di una omogenea esigibilità del diritto alla tutela della salute in tutto il Paese". "Un livello di finanziamento del servizio sanitario inferiore al fabbisogno, e a quanto in precedenza stabilito da Governo e Regioni, rappresenta l'anticamera di un ulteriore razionamento dei servizi - sottolineano i sindacati dei medici - cui concorre un blocco del turnover che, indifferente alla carenza di personale prevista nei prossimi anni, complice la gobba demografica, mette a rischio i livelli minimi di servizio, peggiora le condizioni di lavoro e costringe i giovani a emigrare o adattarsi a un precariato stabile".
"Mettiamo a disposizione - proseguono - il difficile e gravoso impegno con cui quotidianamente assicuriamo la tutela della salute dei cittadini e il loro diritto all'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione per il rilancio di una sanità pubblica unitaria, equa, universalistica, sostenibile; una riforma delle cure primarie che sia rispettosa del valore del lavoro e della dignità dei medici, favorisca l'integrazione del territorio con l'ospedale e un concreto rilancio della prevenzione; un ospedale sicuro, a tutela della salute dei cittadini e della serenità degli operatori, anche attraverso uno specifico provvedimento legislativo; il lavoro professionale interno al Ssn come strumento di innovazione, di governo, di efficienza, di riduzione degli sprechi; il futuro dei giovani e dell'investimento formativo a beneficio del Paese; un nuovo modello gestionale dei servizi sanitari che concretamente coinvolga i professionisti rispettandone l'autonomia, la responsabilità e le competenze insieme con i valori etici e deontologici".
I sindacati medici, tra i quali anche la Cisl medici, prendono posizione contro "il definanziamento progressivo, che taglia servizi e personale e riduce l'accesso alle cure; un federalismo inappropriato, che ha fatto la sanità a pezzi; la proroga del blocco dei contratti di lavoro e delle convenzioni, prevista dalla legge di stabilità sotto le mentite spoglie di un finto finanziamento; il blocco del turnover, che lascia al palo le speranze dei giovani e dei precari; l'uso intensivo del lavoro professionale e l'abuso dei contratti atipici che eludono gli obblighi previdenziali e riducono la sicurezza delle cure; la varietà di leggi e norme che impediscono al medico il libero esercizio delle sue funzioni lasciandolo alle prese di una burocrazia sempre più invadente ed oppressiva che sottrae spazio all'attività clinica". Queste le sigle della dirigenza e della medicina convenzionata che
hanno proclamato lo sciopero del 16 dicembre: Anaao Assomed; Cimo; Aaroi-Emac; Fesmed; Anpo-Nuova Ascoti-Fials medici; Fassid; Fp Cgil medici; Cisl medici; Intesa sindacale; Uil medici; Fvm; Fimmg; Sumai; Snami; Smi; Fimp; Andi; Fespa.