La Cisl e la Fim Irpinia-Sannio chiedono con urgenza un tavolo di confronto alla Presidenza del Consiglio sulla situazione della ex Irisbus . E’ stato infatti superato abbondantemente il termine dei 60 giorni per la presentazione del piano di rilancio, da parte dell’azienda, e la conseguente valutazione dello stesso. A tutt’oggi non è ancora dato sapere il parere di Invitalia, questo blocca, di fatto, l’avvio della riorganizzazione aziendale. Se le lotte e l’impegno dei lavoratori e del sindacato hanno consentito la permanenza in Italia di questa importante realtà lavorativa nella costruzione di autobus, è necessario ora che il Governo nazionale e la Regione Campania facciano la loro parte fino in fondo, sia in termini di sostegno che di agevolazione per l’acquisizione di commesse.
Questo il punto di vista dei sindacati che sostengono con forza l’iniziativa della Rsa dello stabilimento di Industria Italiana Autobus di Flumeri e le proposte evidenziate nella lettera che la stessa Rsa ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti; al ministero dello Sviluppo economico; alla Regione Campania nella persona del Presidente della Giunta, Vincenzo De Luca.
"Lo sviluppo dell’azienda - ricordano i cislini in una nota - nata a seguito di un accordo frutto di un sofferto itinerario di lotte dei lavoratori e di grande impegno delle organizzazioni sindacali, dipende dal pieno rispetto da parte di tutti i soggetti degli impegni assunti in sede ministeriale. Sono inaccettabili dunque - aggiungono - i ritardi accumulati da Invitalia".
Per questi motivi le organizzazioni sindacali vogliono andare oltre il confronto in corso presso il Mise e recuperare un’interlocuzione con il sottosegretario Claudio De Vincenti che è stato il protagonista istituzionale principale per la definizione dell’accordo.
La Cisl e la Fim Irpinia-Sannio sollecitano le forze politiche e le istituzioni territoriali a far valere con decisione la loro funzione di sostegno e di pressione presso il Governo nazionale e quello regionale; il territorio non può perdere una grande occasione di sviluppo industriale e occupazionale a causa di ritardi e lungaggini inaccettabili che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro. Le assemblee dei lavoratori non faranno certamente mancare di far sentire la voce delle maestranze individuando iniziative a sostegno della vertenza.