La proposta fatta da Almaviva per salvaguardare i siti di Roma e Napoli e quindi i 2.511 posti di lavoro a rischio "prevede la riduzione del salario attraverso la perdita di un livello professionale (ad esempio, chi è al quarto livello passerebbe al terzo con conseguenze economiche sulla retribuzione) e l’azzeramento degli scatti". A dirlo è Giorgio Serao, segretario nazionale della Fistel Cisl, al termine dell’incontro tenutosi oggi al Mise con azienda e sindacati a cui ha partecipato anche la viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova. I provvedimenti proposti dall’azienda, ha aggiunto Serao, "sarebbero, a dir loro, temporanei, finchè il quadro economico aziendale non si riprende (oggi perdono 2 milioni al mese), altre soluzioni presentate da Almaviva al tavolo di oggi prevedono esodi incentivati e partecipazione dei lavoratori al consiglio di sorveglianza", quindi aprono alla democrazia partecipativa. "Gli abbiano risposto che questi interventi sono impercorribili e contradittori", ha aggiunto Serao, riferendosi anche al confronto con i provvedimenti sul settore dei call center che il governo ha messo in atto in questo disegno di legge di bilancio, i quali prevedono il contrasto alle delocalizzazione e alle gare al massimo ribasso. "Abbassare il costo del lavoro significa dare ad Almaviva un gap competitivo in più rispetto ad altri operatori e in questo modo rischiamo di annullare i vantaggi che le norme previste dal governo possono portare al settore - ha commentato Serao, aggiungendo anche: sappiamo che ci sono 2.500 famiglie dietro questa storia e dobbiamo provare a insistere fino all’ultimo giorno per trovare una soluzione". Il prossimo tavolo al Mise si terrà il 12 dicembre alle ore 15 e molto probabilmente sarà l’ultimo, visto che la procedura di esubero scade il 18 dicembre.
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