Sabato 23 novembre 2024, ore 11:53

Bruxelles 

Ue: in Italia la copertura della fibra ottica salirà del 46% 

Quest'anno l'Italia raggiungerà 16 milioni di abitazioni connesse con la fibra ottica in più rispetto al 2020, attestandosi al terzo posto in Ue per copertura capillare e al secondo per crescita in termini percentuali (+46%). L'aumento continuerà nei prossimi anni, arrivando a toccare +136% nel 2026 rispetto al 2020, il quarto più alto in tutta l'Unione. Emerge dalle previsioni di mercato elaborate dall'associazione europea della fibra Ftth (Fiber To The Home) Council Europe. Gli esperti del settore si attendono che 197 milioni di case in più passeranno alla fibra entro il 2026 nell'Ue e nel Regno Unito, con un aumento del 67% rispetto al 2021. Il numero di abbonati dovrebbe passare dai 60 milioni di quest'anno ai 135 milioni nel 2026. Le stime evidenziano come l'Italia, anche grazie al lavoro portato avanti da Open Fiber, confermi "l'enorme potenziale di crescita" insieme a Germania e Regno Unito e si affianchi ai Paesi Bassi.
Guardando alla crescita percentuale prevista per il 2021, meglio dell'Italia fanno soltanto il Regno Unito e i Paesi Bassi, rispettivamente +65% e +49%. Il Regno Unito si piazza primo anche per l'incremento atteso al 2026 (+488%), seguito da Germania (+385%), Paesi Bassi (+144%) e Italia (+136%). Nell'analisi di mercato si evidenzia come la crisi del Covid abbia portato "gli investitori privati a potenziare considerevolmente i progetti a favore della fibra Ftth/B per supportare il continuo aumento del traffico". A spingere la connettività in fibra anche i programmi nazionali dedicati alla digitalizzazione e i nuovi obiettivi digitali Ue per il 2025 e il 2030. Tuttavia, gli esperti avvertono che il divario tra aree urbane e rurali resta "una sfida": in Ue e Regno Unito solo il 22% degli abitanti delle zone rurali gode di una connettività full-fibra, rispetto al 45% negli altri territori.
Poi resta una questione da risolvere. Le opzioni a 'tariffa zero’ sono contrarie al regolamento sull'accesso a un'Internet aperta. Ne consegue che limitazioni della larghezza di banda, della condivisione della connessione o dell'utilizzo in roaming, conseguenti all'attivazione di una di queste opzioni, sono anch'esse incompatibili con il diritto dell'Unione. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea interpellata da due giudici tedeschi per casi che coinvolgevano Vodafone e Telekom Deutschland. I giudici di Lussemburgo ricordano che opzioni a tariffa zero come 'Vodafone Pass' o 'Stream On 6' operano, sulla base di considerazioni di ordine commerciale, una distinzione all'interno del traffico Internet, non detraendo dal piano tariffario di base il traffico verso applicazioni di partner. Questa pratica commerciale non soddisfa l'obbligo generale di trattamento equo del traffico, senza discriminazioni o interferenze, quale previsto dal regolamento sull'accesso a un'Internet aperta. Le limitazioni della larghezza di banda, della condivisione della connessione (tethering) o dell'utilizzo in roaming, dal momento che trovano applicazione unicamente a causa dell'attivazione dell'opzione a tariffa zero, che è contraria al regolamento sull'accesso a un'Internet aperta, sono anch'esse incompatibili con il diritto dell'Unione. Ma il futuro sarà tutto 5G.
Non mancano eccezioni. Infatti, l'Agenzia nazionale delle telecomunicazioni brasiliana (Anatel) ha rinviato la gara pubblica per l'asta della rete di telefonia mobile di quinta generazione, una decisione che è stata messa in discussione dal governo, per il quale avrebbe dovuto svolgersi nel luglio di quest'anno.
Rodolfo Ricci

( 16 settembre 2021 )

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