Nel suo Piano per la resilienza e ripresa per accedere al Next Generation EU l’Italia ha fatto bene sui grandi obiettivi strategici, un buon lavoro anche dal governo precedente, ma ci sono ancora passi in avanti necessari non solo nel precisare gli investimenti e sui tempi dei traguardi da raggiungere, ma soprattutto sul lato delle riforme. Fra queste in cima sono "concorrenza, tempi della giustizia civile, efficacia della Pa, evasione fiscale". E’ questa la linea indicata dal commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni durante il Forum Ansa.Sui piani nazionali "nessun Paese è indietro", precisa Gentiloni, augurandosi che almeno per alcuni il prefinanziamento del 13% possa essere erogato prima della pausa estiva. Ma è una lotta contro il tempo, prima di tutto è in mano ai parlamenti nazionali che devono ratificare i propri piani tenendo conto delle priorità europee.
Il nostro Paese "ha fatto un buon lavoro nel convergere su quelle che sono le grandi priorità che la Commissione Ue ha voluto mettere per il Piano di rilancio e resilienza, e cioè sulle transizioni ambientale e digitale". Insomma, per il commissario Ue ciò non costituisce un omaggio formale, giacché il rispetto degli impegni su questi fronti "è la prima delle priorità per noi" e la stessa Italia ha molto da guadagnare su tali fronti.
Sostenere l’economia ma con "debito buono”.Per Paesi ad alto debito come l’Italia in pratica non è il momento del ritorno all’austerità, ma occorre che evitino di prendere decisioni che mettono vincoli permanenti di "debito cattivo". Nelle parole del commissario europeo si riaffaccia la distinzione fatta al meeting di Rimini dal premier Mario Draghi, la scorsa estate. "È molto importante che l’Italia e i Paesi ad alto debito continuino a sostenere le loro economie, "ha comunque affermato Gentiloni ricordando l’appello, al G20 finanziario, di tutti i Paesi a non ritirare troppo presto le misure di sostegno alla crescita. Come rilevato dall'Istat, l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil nel 2020 è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% nel 2019.
Quanto all’ipotesi di un certificato comune, a giudizio di Gentiloni non deve contenere chissà quali informazioni ma semplicemente il dato che il titolare è stato vaccinato ed eventualmente se solo con la prima o anche con seconda dose. Detto questo c’è una parte molto delicata e difficile del problema, che riguarda la necessità di "bilanciare l’interesse alla ripresa di settori economici con l’evitare discriminazioni". Intanto "lavoriamo a questo strumento" che deve essere europeo, perché il rischio che ciascuno faccia in casa propria è un rischio che vogliamo evitare. Proprio su questo fonte qualco sa si muove in Europa. Infatti. l'Agenzia europea per il farmaco (Ema) snellirà le procedure per renderle il più veloci possibile e lavoreremo con la nostra task force industriale insieme al Commissario Breton per aumentare la produzione. Grazie a questo puntiamo ad avere nei prossimi mesi accordi di acquisto anticipato nuovi o adeguati per le varianti dei vaccini. Così la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, alla videoconferenza dei ministri Ue.
Rodolfo Ricci