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Multinazionali

La scure di General Electric sull’Europa

E’ proprio vero che a pensar male, spesso ci si indovina. Magari saranno pure un po’ retrò sul piano organizzativo, certo è che il buon fiuto sindacale ancora non una volta non ha mentito. A settembre scorso, come riportato anche da Conquiste, le rappresentanze del lavoro francesi avevano lanciato l’allarme: se General Electric (GE) si prende la divisione energia di Alstom sarà un’ecatombe occupazionale, almeno 10mila tagli per un risparmio di 3 miliardi di dollari entro 5 anni. Non preoccupatevi, avevano assicurato gli yankees: l’operazione produrrà almeno 1000 nuovi posti di lavoro e nessun esubero entro il 2018. E chi si preoccupa. Due mesi dopo l’acquisto di Alstom per 9,7 miliardi di euro, e cioè pochi giorni fa, GE annuncia di voler ridurre 10mila posti nel mondo e un piano di riorganizzazione del gruppo francese, che equivale a 6500 posti in meno in Europa nel biennio 2016-17. Il progetto è tagliare 1735 impieghi in Germania, 580 nel Regno Unito, 1219 in Svizzera, 467 in Spagna, 250 in Italia e 800 (su 9mila dipendenti in totale) in Francia. Ed è proprio la scure che piomberà sull’Esagono a creare le polemiche più forti, non fosse altro per tutte le promesse, che appena 5 mesi fa il governo era riuscito a strappare a GE: al massimo, pensionamenti, prepensionamenti e qualche scivolo. E soprattutto, in caso di non mancate assunzioni, e dunque di mancato rispetto degli accordi, il colosso americano si era impegnato a sborsare 50mila euro per ogni posto di lavoro non creato, una misura chiesta e ottenuta addirittura nel giugno 2014 dall’allora ministro dell’economia Arnaud Montebourg. I 6500 tagli rappresentano una riduzione del 20 per cento degli effettivi di Alstom Power in Europa, in cui sono attualmente impiegati 35mila dipendenti nel settore turbine, eolico e reti elettriche, anche se la domanda per le turbine per vapore e gas ha subito un brusco stop, ed è proprio questa, si afferma, una delle cause principali che ha spinto GE a ridurre il personale. A dicembre, GE ha fissato l'obiettivo di innalzare i suoi utili per azione di circa il 50 per cento nei prossimi 3 anni. E nelle stesse ore in cui si annunciava l’ennesima gelata occupazionale sull’Europa, la Cina festeggiava l’acquisto della divisione elettrodomestici di General Electric da parte del colosso Haier, che ha versato agli americani 5,4 miliardi di dollari, dopo che l’anti trust statunitense aveva bloccato l’affare con la svedese Electrolux. L’affare legittima ora i cinesi a svilupparsi nei mercati occidentali del settore, assieme all’altro gigante Whirlpool. L’assalto all’Europa continua.

(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)

( 18 gennaio 2016 )

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