Sulla 'querelle' aperta dall'Irlanda in sede Ue sull'etichettatura del vino "stiamo lavorando con Spagna e Francia a un documento comune, e a diversi incontri bilaterali. Vogliamo tessere una rete europea per valorizzare questo settore, rafforzare il sistema senza pagare sempre dazi e stigmatizzare un prodotto di cui l'Italia è leadre. Ho apprezzato molto il lavoro ieri del collega Tajani per un 'tavolo di ragionevolezza' col ministro irlandese, mentre ho fatto a Berlino a titolo preventivo un incontro con la ministra canadese che mi ha escluso l'adozione di etichette allarmistiche". Parola del ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.
C'è un sistema che va difeso, e l'Italia si contrappone a scelte sbagliate. In effetti, il 2023 è partito in salita per il settore vino che, dopo il lockdown e i rincari delle materie prime ed energetici, rileva in corso di navigazione falle normative con nuove burrasche all'orizzonte sul fronte dell'etichettatura e della promozione. Intanto i produttori italiani cominciano a temere un passaggio dalla padella alla brace visto che il portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker, pur premettendo che "nessuno è contro il vino", ha poi precisato che il Piano Ue prevede una riduzione del consumo dannoso di alcol "di almeno il 10% entro il 2025".
L'etichettatura - ha proseguito il portavoce di Bruxelles - è un argomento molto importante e abbiamo già annunciato nella Strategia Farm to Fork e nel Piano per battere il cancro che lavoriamo a una revisione delle norme Ue in materia. Su questo aspetto, ha annunciato De Keersmaecker, "una valutazione di impatto è in preparazione, e il lavoro tecnico è in corso". La proposta sulle nuove etichettature, sia nutrizionali che alcoliche, è attesa a fine 2023 ma l’ Unione Italiana Vini si dichiara delusa. "Dichiarazioni cerchiobottiste" tuona il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, rivolgendo un appello alle istituzioni italiane, a partire dal ministero della Salute, affinché "esprimano la propria posizione su un tema che non deve più originare equivoci".
Nell'ambito del dibattito sul rapporto tra alcol e salute Federvini sottolinea la necessità di riconoscere tale distinzione, indipendentemente dalla tipologia di bevanda alcolica. Sulla 'querelle' aperta dall'Irlanda in sede Ue sull'etichettatura del vino "non mi convincono - ha osservato Francesco Lollobrigida - due aspetti: evidenzia una debolezza del Parlamento europeo che si era espresso contro questo tipo di etichettatura mentre la Commissione Ue l'ha autorizzato. E non si distingue tra consumo moderato in un Paese che da tremila anni fa cultura del vino e gli eccessi. Tutti gli eccesi fanno male, persino quelli di acqua ma nessuno parla di etichette allarmistiche sull'acqua. La vicenda del vino è dunque un paradosso, si arriva a mettere in discussione anche le nozze di Cana come rischio di avvelenamento collettivo o quello che Hemingway chiamava segno di cività, per motivi commerciali".
Rodolfo Ricci